Casa Rossa, ecco l’Azienda zero Sono in arrivo 200 dipendenti

L’ex Casa Rossa, in via Avanzo, è la nuova sede legale dell’Azienda Zero, il motore amministrativo di tutta la sanità Veneta: per il momento ci lavoreranno 189 persone (che prima erano in parte collocate in altre sedi regionali) ma, come ha sottolineato ieri la direttrice generale Patrizia Simionato, una volta a regime si arriverà a 320 dipendenti.
i lavori
L’edificio risale agli anni sessanta e ha alle spalle una lunga storia: è stato per molti anni sede di uno dei distretti più frequentati dell’Arcella, poi trasferito in via Temanza. Sull’edificio si erano quindi affacciati diversi progetti, tra cui l’ipotesi di venderlo. Tre anni fa, la Regione approvava con una delibera il progetto definitivo: la Casa Rossa sarebbe stata completamente ristrutturata per diventare la nuova sede dell’Azienda Zero. Ad aggiudicarsi la gara d’appalto, bandita dall’Usl 6 Euganea, è stata la cordata d’imprese composta dalle napoletane Costruzioni Generali Sri e Edildovi Sri, che hanno promesso un ribasso del 24,2%. Ovvero un milione e mezzo di euro anziché due. I tempi di consegna sono stati rispettati e ieri le autorità hanno finalmente tagliato il nastro.
taglio del nastro
«È un momento importante e simbolico» ha sottolineato il sindaco Sergio Giordani, «questo edifico è un pezzo della sanità padovana che tutti conosciamo, tutti ci siamo passati per un vaccino o un prelievo. Il fatto che trovi nuova vita, e con una destinazione così importante, ci emoziona. Ed è anche un segnale molto positivo per la zona che, data la vicinanza alla stazione, è di leggero degrado: da oggi passeranno da qui duecento dipendenti che, con la loro presenza, creeranno movimento e frequenteranno bar, ristoranti, negozi. L’Amministrazione non può che ringraziare per questa scelta, che va incontro anche ai nostri obiettivi». Soddisfazione anche da parte del governatore Luca Zaia, che ieri ha colto l’occasione per ribadire l’emergenza del momento: la mancanza di personale medico. «Negli ultimi mesi» ha ricordato, «abbiamo bandito diversi concorsi, ai quali si sono presentati in pochissimi. Ne cito due: uno era per Pronto soccorso, 81 posti, e si sono presentati in tre. L’altro per 120 anestesisti, e i candidati erano una trentina, tra cui molti specializzandi all’ultimo anno. Le considerazioni sarebbero molte, ma una su tutte è che dobbiamo aumentare le possibilità di accesso alla professione, perché di fatto un medico laureato non può fare il medico. Gli serve la specializzazione. E se reputiamo, come io credo, che sia necessaria, allora dobbiamo mettere tutti i laureati in condizione di conseguirla». Proprio ieri, anche l’università di Padova ha aderito ad una rete nazionale nata per chiedere un aumento delle borse di specialità per i laureati in Medicina. —
Silvia Quaranta
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