CasaPound a Padova, il caso in Parlamento portato dal Pd: «È un corteo contro la Costituzione»
Sabato 15 marzo il movimento di estrema destra scenderà in strada per manifestare contro la «mafia antifascista» padovana, scoppia la polemica. I deputati dem Martella, Scarpa e Romeo presentano un’interrogazione al ministro dell’Interno Piantedosi

Scoppia la polemica attorno alla manifestazione nazionale di CasaPound di sabato 15 marzo contro la «mafia antifascista» padovana.
Tre parlamentari di sinistra veneti hanno preparato un’interrogazione orale al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Altri deputati e senatori sono pronti a firmare. Martedì 11 marzo Andrea Martella la presenta in Senato, Rachele Scarpa e Nadia Romeo alla Camera dei deputati. Intanto Padova guarda attonita e strabuzza gli occhi.
Il tema è delicato, scivoloso, perché tocca il passato, quello che scotta, che ha fatto male, ma anche il presente perché parlare di neofascismo non passa di moda, figuriamoci quando si vuole manifestare contro l’ossimoro «la mafia dell’antifascismo», nella città del Santo, l’unica città dall’università medaglia al valore militare per il ruolo avuto nella Resistenza, una comunità che, ferita, ha saputo rialzarsi dopo gli anni di piombo. Sabato, secondo gli organizzatori, sono attese circa 500-600 persone.
Il fatto
CasaPound è decisa a manifestare dopo l’aggressione che ha ricevuto da parte di 30 militanti del centro sociale Pedro in Prato della Valle due settimane fa.
«Qui a Padova ci sono due pesi e due misure – dice Carlo Cardona, portavoce di CasaPound – Per mafia intendiamo specificatamente quella che c’è qui in città, se fossimo stati noi a colpire i militanti del Pedro sarebbe scoppiato il finimondo. È il gruppo di sinistra che ha attaccato il nostro banchetto in Prato, un giovane di 30 anni è finito all’ospedale e ne avrà per un po’. La magistratura non li ha puniti, la sera stessa se ne sono tornati a casa. Non siamo sempre noi i cattivi».
Manifestare contro l’antifascismo significa manifestare contro la Costituzione italiana: «Come si sono comportati gli antifascisti con noi è un atto costituzionale?», chiede di riflettere Cardona.
Giorgio Almirante, tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano, esortava i suoi a “Non rinnegare, non restaurare”. CasaPound si allinea: «Credo sia una frase molto attuale – spiega Cardona – non rinneghiamo, ma il fascismo appartiene al passato che non tornerà mai più. Tutti pensano sempre ai tratti macchiettistici militareschi».
Perché affiancare la parola mafia all’antifascismo? «Allestiamo un banchetto e veniamo aggrediti dagli antifascisti? Per noi è un comportamento mafioso».
L’interrogazione parlamentare
«Premesso che ogni episodio di violenza fisica e verbale deve essere condannato senza indugio, è inaccettabile l’accostamento tra mafia e antifascismo – sbotta Rachele Scarpa – L’antifascismo rappresenta un valore fondante della Costituzione del nostro Paese e la sua difesa assume un significato particolarmente rilevante nella città di Padova, che ha pagato un altissimo tributo di sangue durante la Resistenza. L’intento provocatorio e la volontà aggressiva e intimidatrice della manifestazione sono evidenti».
La richiesta a Piantedosi è di sapere «se e quali iniziative il Ministro intende adottare riguardo l’opportunità di autorizzare la manifestazione che per slogan, finalità e contenuti appare incompatibile con i valori e i principi della nostra Costituzione».
Perentorio anche l’europarlamentare dem Alessandro Zan: «Nessuna aggressione è giustificabile, non c’è spazio per nessuna forma di violenza, ma è inaccettabile che ci siano delle associazioni neofasciste che liberamente manifestino contro i principi della nostra Costituzione; alcuni tipi di associazioni sono contro i valori della democrazia. Le realtà neofasciste non dovrebbero proprio esserci, predicano odio, hanno in mente un passato che fortunatamente è stato sconfitto attraverso la resistenza e la lotta partigiana. Invito la Questura a fare un’attenta valutazione, non è accettabile che associazioni dichiaratamente neofasciste abbiano la possibilità di manifestare e sfilare nelle nostre città. Devono essere sciolte».
La posizione del Comune
Il vicesindaco Andrea Micalizzi ha lanciato un appello alla società civile per una reazione pacifica: «La manifestazione di CasaPound ribalta il senso della storia e dei principi costituzionali. Parlare di “mafia antifascista” è un paradosso che rivela la vera natura di chi usa questo linguaggio; chi attacca l’antifascismo si colloca in una posizione diametralmente opposta e si dichiara fascista – sottolinea l’esponente della giunta guidata da Sergio Giordani – L’antifascismo non è un’ideologia estremista, né una fazione politica, ma il fondamento stesso della democrazia italiana, un argine contro violenze e totalitarismi, sancito dalla Costituzione italiana. Indire una manifestazione contro l’antifascismo significa voler dare legittimità a idee che il nostro Paese ha già condannato e superato pagando con il duro prezzo di milioni di vittime e numerose violenze».
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