Case allagate, Mestrino conta i danni

Ecocentro aperto anche ieri per smaltire i mobili e gli arredi inzuppati. Straordinaria mobilitazione dei volontari
Di Cristina Salvato

MESTRINO. Il giorno dopo il nubifragio che ha colpito Mestrino, si contano i danni e si fa la spola a portare all’ecocentro quanto l’acqua ha rovinato e non può più essere recuperato. Anche i mezzi della protezione civile hanno aiutato a portare via ciò che la gente ha accatastato fuori dalla porta di casa. Il sindaco Marco Valerio Pedron aveva chiesto a Etra, già durante l’emergenza, un’apertura straordinaria domenicale per consentire alle persone di portare via tutto subito, in modo da liberare gli scantinati e provvedere a ripulire e sanificare gli ambienti. Ieri non rimanevano tracce dell’emergenza, ma della violenta grandinata sì. In via Firenze, strada particolarmente colpita dal nubifragio, alle 10 del mattino in alcuni terreni c’erano ancora quindici centimetri di grandine, che nemmeno le temperature in rialzo avevano sciolto. In certi tratti, durante il maltempo scatenatosi alle 16 di sabato, di centimetri di grandine ne sono caduti una trentina.

L’emergenza. Alle 16 su Mestrino è caduta in pochi minuti una quantità enorme d’acqua, mista a grandine, che ha ricoperto e ostruito i tombini, insieme alle foglie spazzate dai rami. L’acqua non ha potuto defluire nel sistema di scolo e si è pertanto riversata negli scantinati, allagandoli. Si sono allagate anche via Firenze in centro a Mestrino e via Martignon a Lissaro, dove un fenomeno simile non era mai capitato a memoria dei residenti. Una sessantina di case sono state interessate dall’allagamento e hanno subito danneggiamenti. La grandine ha distrutto le colture negli orti, dove difficilmente è rimasta in piedi qualche piantina.

I soccorsi. Fin da subito si è messa in moto la macchina degli aiuti, con i volontari di Protezione civile allertati e i colleghi di Saccolongo in supporto. Dove non sono arrivati i loro mezzi e quelli dei vigili del fuoco (intervenuti nei casi più gravi, dove dopo ore c’era ancora acqua alta negli interrati) è arrivata la solidarietà di tanti volontari: il sindaco e gli assessori hanno telefonato a chi poteva avere pompe e trattori con le botti per aspirare l’acqua, cercando di formare squadre di volontari.

La solidarietà. Squadre come quella formata da due volontari di Protezione civile e otto tra ragazzi dell’associazione Tipo Come e scout di Lissaro, organizzata dal presidente del consiglio comunale Marco Agostini, che si è recata in un’abitazione in via Chiesa, in cui una coppia di anziani non sapeva come liberare dall’acqua garage e taverna ingombri di oggetti e di acqua. «Ieri mattina siamo stati da loro» racconta Marco Agostini «e in tre ore abbiamo sgomberato gli interrati, pulito e disinfettato tutto. La protezione civile è stata fantastica e reattiva, coordinando tutte le forze. Noi abbiamo dato supporto dove possibile, raccogliendo le necessità e aiutando chi era in difficoltà con tutti i mezzi. La cosa bella in tutto questo disastro è il sorriso della gente quando ci ringraziava, anche se avevamo fatto poco. In poche ore, con qualche telefonata per chiedere “braccia” di supporto, in molti, di ogni età, hanno risposto». Il parco Bapi, trasformatosi in una piscina, ieri pomeriggio ha riaperto per metà e ha potuto riallacciare la corrente per i frigoriferi. Certo, gelati e merendine del bar dovranno venire buttati via.

I risarcimenti. «Stamattina con l’ufficio tecnico valuteremo i danni», annuncia il sindaco Pedron, «e poi ci informeremo sull’iter per chiedere eventuali risarcimenti, anche se uno Stato in crisi difficilmente potrà rispondere con celerità». Per l’alluvione che ha subìto il vicino Comune di Rubano a febbraio, infatti, soldi ancora non se ne sono visti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:alluvione 2014

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova