Case comunali, nuove regole Verifica dei requisiti ogni 4 anni

Si perde il diritto all’assegnazione se l’Isee dell’intero nucleo supera i 20 mila euro Fissati gli interventi a carico dell’assegnatario, obbligo di aver cura dell’alloggio



Nuove regole per chi risiede in uno dei 300 alloggi popolari comunali. La giunta ha approvato il regolamento che ridefinisce completamente gestione, assegnazione, modalità di calcolo del canone di locazione, durata dei contratti e molteplici altri aspetti per l’edilizia residenziale pubblica (Erp).

Spiega il sindaco Roberta Gallana: «L’obiettivo è disciplinare la gestione dei circa 300 alloggi del Comune, portando più equità e controllo e chiarendo i diritti e i doveri degli assegnatari degli alloggi pubblici, soprattutto in tema di manutenzioni. Alcuni fra loro non hanno cura degli alloggi: mi auguro che portino maggiore rispetto. Concorreranno alla manutenzione e chi ha un Isee familiare superiore a 20 mila euro perderà la casa».

Il nuovo disciplinare comunale risponde alla normativa regionale che di fatto rende omogenei i regolamenti dei Comuni e delle Ater in materia di obblighi degli assegnatari. Oltre alle già conosciute regole di convivenza, a una lista di divieti e a una serie di precisazioni per quanto riguarda gli spazi in comune e le aree esclusive, il regolamento mette in luce una serie importante di oneri di manutenzione, specificando quali interventi siano a carico dell’assegnatario e quali a carico dell’ente.

Sono a carico degli assegnatari, ad esempio, tutte le riparazioni di carattere generale e le piccole manutenzioni ordinarie, tra cui la pulizia della caldaia e la sostituzione di alcune sue componenti, le piccole riparazioni per usura, l’installazione o la manutenzione di antenne paraboliche e impianto tivù centralizzati, la sostituzione di componenti dell’impianto elettrico. Ancora, la pulizia di camini, grondaie, lastrici agibili e aree verdi.

Spetta all’ente, invece, ogni tipo di manutenzione straordinaria, come la sostituzione o l’adeguamento degli impianti alle norme di legge, la sostituzione di infissi e serramenti e tutte le opere necessarie a sostituire parti di edifici o integrare servizi igienico-sanitari e tecnologici.

In presenza di deterioramento causato da cattivo uso, negligenza o imperizia degli assegnatari, il Comune può non intervenire o agire per vie legali. Inoltre, qualora il locatario si rivolgesse all’Ente per chiedere manutenzioni che invece spettano a lui, gli verranno addebitati 20 euro più Iva come “diritti di chiamata” all’atto della fatturazione della successiva rata di affitto.

Introdotto l’obbligo di presentare, quale indicatore di diritto all’alloggio popolare, l’attestazione Isee nel nucleo familiare (che non dovrà essere superiore a 20 mila euro), completo di beni e conti-deposito, per poter ottenere l’assegnazione o il rinnovo dell’affitto dell’alloggio richiesto. Prima dell’entrata in vigore della nuova normativa, era sufficiente presentare la dichiarazione dei redditi del nucleo familiare, mentre ora verrà valutata la reale situazione economica con adeguati controlli finanziari. Tutti i contratti, anche quelli in essere, avranno una durata di 4 anni, come i classici contratti di affitto tra privati. Scaduti i 4 anni, verrà effettuato un ulteriore controllo per verificare se i requisiti per abitare in una casa comunale sussistano ancora. —

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova