Caso Capua, «ispezione» di De Poli allo Zooprofilattico
PADOVA. Da Padova a Roma passando per Venezia, dal ministero della Salute alla Camera dei deputati. L’affaire Capua travalica i confini della città del Santo per divenire un caso di interesse nazionale: prima l’incontro tra il manager dello Zooprofilattico Igino Andrighetto e il direttore del settore veterinario del ministero della Salute Romano Marabelli (grazie all’intercessione del sindaco di Verona Flavio Tosi), questa mattina la visita di Antonio De Poli, consigliere regionale dell’Udc e componente della commissione sanità alla Camera dei deputati, ai laboratori che Ilaria Capua dirige all’interno della struttura di Legnaro.
De Poli, accompagnato dal responsabile padovano dell’Udc Alfio Capizzi, vuole rendersi conto delle condizioni in cui lavora lo staff della virologa, che non ha mai nascosto il suo desiderio di lasciare lo Zooprofilattico per trasferirsi nell’istituto di Ricerca pediatrica appena inaugurato dalla Città della Speranza. Dieci piani di laboratori che a strettissimo giro si riempiranno di quattrocento ricercatori, chiamati, ognuno secondo le proprie competenze, a contribuire a sconfiggere le malattie pediatriche, in particolare quelle oncologiche. Il trasloco di Ilaria Capua e del suo staff sembrava cosa fatta: l’accordo quadro tra Andrighetto, di cui la virologa è dipendente, e la Città della Speranza era stato sottoscritto, mentre il presidente della Regione Luca Zaia aveva annunciato urbi et orbi che l’operazione trasloco era andata a buon fine. Due piani della Torre prenotati per Capua, che si sarebbe dovuta trasferire portando in dote un finanziamento ministeriale di 3 milioni di euro. Ma il cda dello Zooprofilattico d’un tratto ha congelato l’accordo, che ora rischia di saltare.
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