Il caso schwa, linguaggio inclusivo e Costituzione: i diritti sono tutti o non sono
“Negli ultimi tempi però pare che la parola «diritto» o «diritti» faccia venire l’orticaria a molte persone, persone che molte volte si dicono progressiste”. La lettera della Consigliera comunale al Mattino di Padova

Lettera al Mattino di Padova di Etta Andreella, Consigliera comunale Partito Democratico Padova
“La preside del liceo artistico Selvatico di Padova vieta agli studenti e alle studentesse di utilizzare il simbolo schwa nel giornale studentesco e subito si alza il coro di chi ritiene fondamentale la purezza della lingua senza pensare che la lingua italiana così come ogni altra è sempre in evoluzione e che quindi invocarne la purezza è antistorico; ma il tema non è questo, lo schwa è un simbolo vocalico che è stato proposto come strumento per un linguaggio più inclusivo e un linguaggio inclusivo serve alla nostra società attuale per onorare non la purezza di una lingua ma la libertà di espressione come previsto dalla nostra Costituzione all’articolo 21: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
La Costituzione italiana, nel suo testo ufficiale, utilizza la parola «diritto» circa 76 volte in varie forme e contesti. Oltre alla sua forma singolare, «diritto», la parola appare anche nelle forme plurali («diritti») e in combinazioni come «diritto di», «diritto alla libertà», «diritto al lavoro», «diritti civili», «diritti politici», «diritti sociali» e «diritti fondamental»".
Negli ultimi tempi però pare che la parola «diritto» o «diritti» faccia venire l’orticaria a molte persone, persone che molte volte si dicono progressiste ma…
È incredibile come con un semplice «ma» si possano esprimere negazioni importanti e come così tante persone pensino che con quel «ma» otterranno o manterranno altri diritti.
Purtroppo, come dice la Costituzione i diritti sono tutti o non sono e quando si comincia a toglierne qualcuno dal nostro pensiero politico, dal nostro linguaggio, dai nostri progetti e dalle nostre visioni per il futuro, quando pensiamo che lo schwa non sia così fondamentale stiamo percorrendo una china verso l’abolizione di tutti i diritti, quale vieteranno dopo lo schwa? Il diritto allo studio, chiedendo come negli Usa di abolire nelle università corsi e parole considerati woke, obbligando gli scienziati e le scienziate a rinunciare a determinate ricerche su disuguaglianze sociali, economiche e culturali o su razzismo, discriminazione di genere, diritti Lgbtq+, ambientalismo, e poi il diritto all’autodeterminazione delle persone, e il diritto alla salute, quello al lavoro giusto e non sfruttato, il diritto allo sciopero, il diritto alla protesta, e giunti a quel punto non servirà nemmeno toglierci il diritto di voto perchè non sapremo più chi saremo e avremo dimenticato cosa avremmo potuto essere: liberi e libere.”
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