Castellini a processo accusato di riciclaggio

Il commercialista dovrà rispondere anche di ricettazione. E’ già a giudizio per il falso testamento Luciano Cadore che ha incassato una vera fortuna
Padova 20031123 GIUSTINA DESTRO SINDACO GIUSTINA DESTRO (MATTOSCHI/Mattoschi ) Giustina Mistrello
Padova 20031123 GIUSTINA DESTRO SINDACO GIUSTINA DESTRO (MATTOSCHI/Mattoschi ) Giustina Mistrello

di Cristina Genesin

«Ritengo il dottor Sergio Dini una persona intelligente e preparata. Ho la massima fiducia in un magistrato rigoroso come lui... Sono tranquillo e sereno». Parole pronunciate nel dicembre del 2009 dal commercialista Alessandro Castellini, tanto tranquillo e sereno dopo la notifica di un avviso di garanzia per ricettazione e riciclaggio da affidare la propria sorte giudiziaria a uno dei migliori penalisti italiani, l’avvocato Emanuele Fragasso. Non è bastato a evitare il peggio al professionista, uno dei personaggi-chiave nella complessa vicenda giudiziaria che si è sviluppata intorno al testamento del pellicciaio Mario Conte, morto a 91 anni l’8 ottobre 2008, lasciando un patrimonio valutato in oltre 70 milioni di euro. Patrimonio finito per lo più nelle tasche dell’ex maggiordomo-tuttofare Luciano Cadore, mentre alcune “briciole” milionarie sono state incassate dalla Libera Fondazione creata dall’ex sindaco nonché parlamentare pidiellina (fino a qualche settimana fa, ora al gruppo misto) Giustina Destro e dal commercialista Castellini che, ieri, è stato rinviato a giudizio per riciclaggio e ricettazione davanti al tribunale collegiale di Padova: la prima udienza è stata fissata per il prossimo 4 aprile. Lo ha deciso il gup Paola Cameran, accogliendo la richiesta del pm Sergio Dini che aveva già mandato a giudizio Cadore, con la moglie Flora Cagnin e la figlia Silvia, il primo accusato di aver falsificato il testamento con il quale l’ex datore di lavoro Mario Conte lo avrebbe incoronato suo erede universale e di appropriazione indebita, le due donne per concorso in ricettazione in quanto avrebbero acceso dei conti correnti dove il loro (rispettivamente) marito e padre trasferì parte di quel tesoro (la prossima udienza sarà il 21 novembre). Un tesoro milionario portato pure oltre-oceano, in uno dei tanti paradisi fiscali schermati a qualsiasi ingerenza fiscale, come le Bahamas: operazione ardita e difficile per un ex carabiniere, dal 1964 garzone di bottega nel laboratorio di pellicce del rude Conte che lo “premia” per la fedeltà, sistemando la figlia con un buon posto all’Antonveneta. Ecco che spunta il dottor Castellini, 45 anni, originario di Abano, titolare di un avviato studio in piazza Garibaldi 8. Studio che conta, nel suo portafoglio clienti, anche Maurizio Zamparini, un tempo patron del Venezia calcio quando, di quella squadra, Castellini era amministratore unico. E’ abile nelle relazioni Castellini: gestore dei fondi per la campagna elettorale del candidato sindaco (sconfitto) di centrodestra Marco Marin di cui ha sposato la sorella, è mandatario per la campagna della candidata (vincente) alla presidenza della Provincia Barbara Degani (Pdl) e, ancora, risulta intestatario del dominio della Libera Fondazione, ente beneficiato da Cadore, incassata la mega-eredità, con una donazione di un milione di euro. Appena muore Conte l’8 ottobre 2008, i contatti tra Cadore e Castellini sono strettissimi. Quello stesso giorno l’avvocato Antonio Castellini - parente di Alessandro - deposita per conto di Cadore un’istanza per la dichiarazione di eredità giacente e per la nomina a curatore. Pertanto è in modo del tutto legittimo che Cadore mette mano alle carte di Conte e può “scoprire” il (falso, secondo la procura) testamento formato dal pellicciaio nel quale si legge «Nomino mio unico erede universale mio “figlio” Luciano Cadore». Il 6 dicembre la pubblicazione del testamento dal notaio di Asiago Giancarlo Muraro. Di lì a poco iniziano le grandi manovre per il trasferimento di due tranche milionarie alla Bsi Overseas Bahamas, direttamente collegata alla capofila Bsi con sede a Milano (banca della Svizzera italiana del gruppo Generali) da dove è gestita l’operazione: il 19 febbraio 2009 il primo bonificio per 12 milioni di euro; il 9 giugno il secondo per 3 milioni. In entrambi i casi, che configurano il reato di riciclaggio, gli inquirenti registrano un contatto telefonico tra Castellini e Cadore. La consulenza finanziaria è pagata a Castellini un milione di euro che, il 13 febbraio, il commercialista riceve sotto forma di assegni circolari. Per la procura si tratta di soldi provenienti dall’appropriazione indebita dell’eredità: da qui la contestazione della ricettazione.

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