Catering, lo stop agli eventi costa 6 milioni

Le 50 aziende del settore alle prese con il rinvio di nozze, rinfreschi e convegni. «E per il futuro c’è troppa incertezza»

Felice Paduano / PADOVA

La pandemia si traduce in 6 milioni di mancati incassi per le aziende padovane di catering. Complice il lockdown, lo stop a cerimonie e le restrizioni all’organizzazione di eventi, le 50 realtà padovane (circa 500 addetti) specializzate nell’organizzazione di banchetti e rinfreschi fanno i conti l’effetto coronavirus. Alcune di queste realtà fanno solo catering, tra cui MaggiorDomus, di Padova e La Mandolina, di Albignasego, ma quasi tutte le altre oltre a gestire il servizio catering sono titolari di locali. Tra questi la Mappa, Pedrocchi, Cavour, Racca, Marchioro, Mazzari, Forcellini, Manzato, Margherita, Isola di Caprera e Diemme.

Secondo le stime dell’Appe, in media l’emergenza coronavirus è costata a ogni azienda del settore mancati incassi tra i 50mila e i 70. 000 euro. «Il catering e il banqueting fanno parte dei settori più colpiti dagli effetti economici del virus» spiega il segretario dell’Appe Filippo Segato. «L’elenco degli eventi programmati da marzo sino alla fine dell’estate rappresentano, in media, la maggior parte dell’attività annuale di queste realtà. Invece sono stati bloccati i buffet della convegnistica e gli eventi collegati all’università e al mondo della sanità . Al massimo i 50 titolari hanno ricevuto i 600 euro dell’Inps elargiti alle Partite Iva. Per non parlare, poi, dei lavoratori a chiamata, che, in tanti casi, non hanno ancora visto il nemmeno un euro».

Riccardo Rizzi, titolare assieme alla moglie Letizia e genero di Tino Galdiolo, ex gestore del Pedrocchi, di MaggiorDomus, specialista dei matrimoni da 20 anni, su Facebook ha pubblicato un dato che parla da solo. Il 97% dei promessi sposi che avevano programmato le nozze da marzo a settembre, ha spostato la data del matrimonio. O si sposeranno nel terzo quadrimestre di quest’anno oppure nel secondo quadrimestre del 2021.

Nel frattempo la società MaggiorDomus, che grazie a due sponsor nei giorni più terribili del Coronavirus ha preparato pranzi gourmet per i medici ospedalieri cucinando gratuitamente per gli eroi della sanità, si sta dedicando a preparare la riapertura dell’attività in via Vicenza e via Makallè. I matrimoni più importanti, come già in passato, li organizzerà in Villa Maschio a Villafranca e a Villa Tacchi, a Gazzo Padovano. Fa il punto della situazione anche Maurizio Mazzari, con catering e pasticceria in via Ippodromo, a Mortise, uno dei nomi del settore più nomi in città.

«Siamo delusi» sottoinea Mazzari. «Da marzo a oggi abbiamo dovuto annullare tutti gli eventi che erano stati prenotati anche da vari enti pubblici tra cui Università e Azienda ospedaliera. Per non parlare dei buffet, grandi e piccoli, subito proibiti dal governo su indicazione del comitato tecnico-scientifico. Per fortuna, in parte, ci salvano le entrate della pasticceria, dove, attualmente, i pochi dipendenti che sono in servizio, lavorano 24 ore alla settimana. Prima lavoravano anche meno ore. Non solo ho paura del presente, ma anche del futuro. Settembre non è lontano. Quali saranno i criteri del distanziamento che dovremo seguire? Arriveranno gli aiuti dello Stato e dell’Unione Europea? L’incertezza regna sovrana. Così non va bene sia per noi titolari delle aziende e sia per i nostri dipendenti». —

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