Cattedra contesa il Tar dà ragione al prof Bronte

Da una parte il professor Vincenzo Bronte, ordinario di Immunologia all’Università di Verona, uno dei tre immunologi che lavorano in Italia con il più alto numero di citazioni scientifiche al mondo. Dall’altra il vicedirettore scientifico vicario dello Iov e attuale ordinario di Immunologia a Padova, il professor Antonio Rosato. In mezzo una cattedra di Patologia generale all’Università di Padova, assegnata nell’agosto 2019 al termine di una procedura selettiva. Il Tar del Veneto ha però annullato l’assegnazione al professor Rosato, accogliendo così il ricorso del collega Bronte (seguito dall’avvocato Rodolfo Romito di Padova). Il docente veronese, da candidato sconfitto, ha infatti impugnato la decisione della Commissione dell’Ateneo patavino avanzando una serie di violazioni commesse dalla stessa. Uno, in particolare, l’elemento di contestazione accolto dal Tar: la commissione avrebbe individuato i criteri valutativi non nel corso della prima seduta, come previsto da un articolo del bando, bensì nel corso della terza seduta, dopo aver conosciuto i nominativi dei candidati partecipanti. Con un grave “rischio”: quello di confezionare criteri su misura in modo da favorire uno dei candidati. Il Tar ha peraltro rilevato come «nella terza seduta la Commissione abbia altresì rielaborato i criteri precedentemente stabiliti nel corso della prima seduta». I criteri di valutazione, dunque, sono stati integrati e rielaborati dopo aver conosciuto i nomi dei candidati partecipanti e dopo aver visionato i documenti presentati dagli stessi. Il Tar appunta: «La rilevanza del vizio prescinde dalla valutazione di chi possa essere stato più o meno avvantaggiato» ed «è impraticabile ogni tentativo di ricostruire ex post quale sarebbe stato l’esito della procedura» senza quelle variazioni. Non solo, il tribunale ha dato in parte ragione a Bronte anche in un altro aspetto: i criteri di valutazione del curriculum sarebbero stati piuttosto “fumosi”. Non sarebbero stati considerati la posizione accademica del docente candidato, i suoi riconoscimenti internazionali, i suoi 9 brevetti e la partecipazione come relatore a 172 conferenze e seminari. Il Tar ha quindi accolto il ricorso e ha annullato gli atti impugnati. —
nicola cesaro
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