Catturava gli uccelli con trappole diaboliche Bracconiere nei guai

CURTAROLO
Catturava gli uccelli nel giardino della sua abitazione, bracconiere indagato per furto aggravato di fauna, maltrattamento, detenzione e uccisione di animali. A finire nei guai – per la seconda volta – un uomo di 69 anni di Curtarolo. La prima volta era stato beccato con le reti da uccellagione, in questa occasione invece usava una trappola “a cataratta” formata da una gabbietta metallica richiudibile con un posatoio per uccelli. La trappola, munita di innesco, era pronta per catturare uccelli selvatici. Le trappole a cataratta sono formate da scatole o gabbie con uno o due sportelli che si richiudono quando l’animale fa il suo ingresso. Il meccanismo di scatto sfrutta il peso dell’animale o la trazione che esso esercita, volontariamente (esca) o involontariamente (ostacolo) su di un filo o un bastoncino. Il bracconiere è ora indagato dal pm Marco Peraro della Procura di Padova. All’arrivo di guardie zoofile dell’Enpa e dei carabinieri un fringuello era purtroppo già morto. Sequestrati e confiscati tre piccoli di fagiano sottratti ai genitori, una gazza, quattro merli, tre cardellini, due fringuelli, una passera scopaiola, vari uccelli nati da incroci tra cardellini e canarini usati come esche vive sonore e visive per attirare e catturare uccelli selvatici e tre gabbie-trappola a scatto e “a cataratta”. Per raccontare la spietata insensibilita del carceriere degli animali, un esempio per tutti e quello della gazza: l’unica acqua disponibile per l’uccello aveva un odore fortissimo tale da stimolare conati, di colore rossastro, torbido, putrescente. Le dimensioni delle gabbie utilizzate dal bracconiere, le asperità dovute alla fabbricazione improvvisata delle stesse e la condizione di prigionia hanno causato anche delle lesioni agli animali, feriti nel tentativo di sottrarsi alla cattività. Gli uccelli cosi catturati vengono consegnati a ricettatori per essere venduti a prezzo elevato ai collezionisti o per essere trasformati in richiami vivi per la caccia da capanno. —
Silvia Bergamin
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