Cecilia e Rocco Bordin moglie e marito in campo

L’ex assessore candidato sindaco con a fianco la consorte: «Uniti come nella vita» «Rappresentiamo il centrodestra moderato, alternativo al lepenismo di Bitonci»
Di Claudio Malfitano

«Dotata animi mulier virum regit». Vale a dire: una donna provvista di spirito sostiene il marito. Un motto latino che ha certamente ispirato Cecilia Vanzan, scesa in campo assieme al marito Rocco Bordin che si candida a sindaco con la sua lista civica “La Padova libera”.

Ieri l’ufficializzazione della discesa in campo del coordinatore cittadino del “Fare!”di Flavio Tosi. Una decisa forzatura per rompere lo stallo nel “quarto polo”, da settimane indeciso sulla posizione da prendere in campagna elettorale: «Vogliamo rappresentare il centrodestra moderato, che non si riconosce nel lepenismo di Bitonci», ha spiegato Bordin.

Marito e moglie in campo. In assenza di candidati sindaco donne (nel 2014 l’unica era Daniela Ruffini), poco si sa delle mogli dei candidati. Ha sempre tenuto un profilo basso Gianna Dolzan, moglie dell’ex sindaco Massimo Bitonci: balzata agli onori della cronaca solo per il concorso vinto nel 2011 come dirigente del Centro residenziale per anziani di Cittadella. Poco si sa anche di Lucia Betto, moglie di Sergio Giordani, così come di Anna Soatto, coniugata Lorenzoni.

Maria Cecilia Vanzan ha fatto invece una scelta diversa, presentandosi ieri mattina a fianco del marito. «Noi ci siamo conosciuti proprio in politica: nel 1993 al congresso dei giovani popolari, dopo la diaspora della Dc – ha raccontato – Abbiamo sempre condiviso questa passione. Poi però ho scelto di dare spazio alla famiglia, visto che abbiamo due figli. Adesso che sono cresciuti, ho deciso di tornare in campo. Anche perché non ho mai visto una moglie accanto al candidato. E invece con la presenza di una donna al suo fianco secondo me un uomo diventa più credibile».

Ha scelto lei i colori della campagna elettorale: bianco e giallo: «Ricordano il Vaticano perché vogliamo rivolgerci a un’area cristiano-moderata».

Da questo punto di vista Bordin è in linea con il leader di “Fare!” Flavio Tosi, che dopo due mandati da sindaco di Verona ha promosso la candidatura a primo cittadino della compagna Patrizia Bisinella.

Per un centrodestra moderato. La scelta di Bordin, 50 anni, assicuratore, ex assessore all’edilizia nella giunta Destro, è di ambire a rappresentare il centrodestra moderato: «Io sono alternativo alla sinistra e, almeno al primo turno, non potrò mai appoggiare il candidato del Pd, come vorrebbero alcuni tosiani ex leghisti – afferma Bordin – Per questo a Tosi chiederò di seguirmi in questo percorso. Altrimenti andremo avanti lo stesso».

I punti nodali del programma? «Sicurezza, con la necessità di riqualificare le zone degradate. Da presidente dell’Esu ho proposto a Bitonci una società di trasformazione urbana per fare uno studentato in via Anelli ma non mi ha ascoltato – risponde – Poi il lavoro: Padova deve attirare le imprese innovative, ma per farlo deve avere una mobilità d’avanguardia e la Fiera deve diventare un hub dell’innovazione. Poi penso al city transport per fare arrivare le merci in centro. Siamo per il no al Plebiscito e per l’ospedale nuovo su vecchio». E se non dovesse arrivare al ballottaggio? «Sceglieremo chi ha più assonanze con il nostro programma. Oppure daremo libertà di voto: noi non cerchiamo posti».

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