Celebrato in Germania il funerale di Bizzotto: a Bassano l’addio nel giorno del compleanno

Cittadella. Il libro scritto per farsi ricordare dalla figlia diventa bestseller su Amazon. Il 10 Giulia Grace aprirà la prima delle sue lettere

CITTADELLA. Si sono detti un “arrivederci”, se lo sono detti in maniera dolce, intima. L’addio ad Andrea Bizzotto è segnato da due tappe. La prima è avvenuta ieri, in Germania, a Witten, vicino a Dortmund, dove lavorava in una gelateria, dove ha conosciuto e coltivato il suo amore con Maria Brandt, dove è nata due anni fa Giulia Grace.



«Ci siamo salutati, è stata una cerimonia riservata, bella», racconta la moglie, che nella notte tra giovedì e venerdì è stata a fianco dell’autore di “Storia di un maldestro in bicicletta”. Lo ha accompagnato verso la morte, in quelle che lei stessa ha definito “le ultime contrazioni”, quelle che ne hanno consentito il passaggio: per essere una stella, come diceva lui, che vigilerà sulla piccola Giulia.



La seconda tappa dell’addio sarà a Bassano del Grappa, la terra in cui il 33enne cancer fighter è cresciuto. «Accompagnerò Andrea in questo suo viaggio, l’ultimo viaggio insieme», annuncia Maria.

Parla la moglie di Andrea Bizzotto: «Ha saputo realizzare il suo desiderio di vivere pienamente fino all’ultimo»
Andrea Bizzotto con la moglie Maria


Mirco, il fratello del giovane papà ucciso da un sarcoma sinoviale, prova un senso di gratitudine per l’affetto che ha circondato Andrea, «consentendogli di realizzare i suoi sogni». «Ci sono degli adempimenti burocratici da svolgere, serviranno almeno due settimane per portare le ceneri di mio fratello in Italia», puntualizza. Domani è attesa l’affissione delle epigrafi, con ogni probabilità il funerale a Bassano sarà celebrato lunedì 18 marzo, il giorno in cui l’ingegnere, cuoco, scrittore e musicista avrebbe compiuto 34 anni.

Sono gli intrecci suggestivi e strazianti di questi giorni che chiudono l’inverno per aprire la primavera: domenica prossima, il 10 marzo, Giulia compirà due anni. E vedrà la prima delle lettere che papà ha scritto per lei: una all’anno, fino al suo diciannovesimo compleanno.

La giornata di ieri, intanto, è stata scandita da un flusso costante di emozioni, di considerazioni, di simboli, di slanci: la storia di Andrea – che aveva commosso l’Europa – è finita al centro dei pensieri di un’intera nazione. Che ha commentato, scritto, pubblicato: persone comuni, intellettuali, malati di cancro, donne e uomini che convivono con la fatica della malattia, leader politici di destra e sinistra, prime pagine da nord a sud, tivù e radio, Massimo Gramellini che dedica la sua seguitissima striscia in prima pagina sul Corriere della Sera.

Un fermento che sta diventando un’urgenza: quella di continuare, di tenere viva l’energia creatrice di Andrea. Rebecca Frasson – che ha limato il libro giorno e notte, a novembre, nei giorni febbrili che ne hanno preceduto la pubblicazione, nei giorni in cui lui era in terapia intensiva per quel male incastrato fra cuore e polmoni – spiega che «continuiamo a ricevere messaggi, sollecitazioni. Sarà importante dare seguito a nuove presentazioni, realizzare letture pubbliche come proposto dall’attore Giacomo Rossetto, concretizzare davvero la possibilità di un premio letterario».

Edito dalla cittadellese BrentaPiaveEdizioni e stampato alla Graphico dell’omonimo Andrea Bizzotto, il libro in questi giorni è in cima ai bestseller di Amazon, davanti a veri e propri mostri sacri. E anche la canzone, “From my star”, ha scalato le classifiche, scaricatissima su iTunes e ascoltabile su Spotify. Perché Andrea, che si svelava su Facebook e Instagram, ha saputo frequentare e generare il lato d’amore dei social, quello che non è sfogatoio rancoroso e rabbioso: lui – con la dolcezza discreta e vera del suo dirsi e darsi – è riuscito a creare una comunità virtuosa. Umana. O forse, più semplicemente, buona com’era lui. E questa comunità chiede che la bicicletta continui a correre. —
 

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