Cementeria Buzzi contro tutti Trascina al Tar tre Comuni

Dal 2019 chiede l’autorizzazione a Monselice di costruire un silo alto 20 metri Ok da Provincia e Parco Colli: propone di commissariare il municipio della Rocca 
Monselice (PD), 25 marzo 2019.vedute cementeria Buzzi.ph. Zangirolami.Nella foto:
Monselice (PD), 25 marzo 2019.vedute cementeria Buzzi.ph. Zangirolami.Nella foto:

MONSELICE

La cementeria Buzzi trascina al Tar i Comuni di Monselice, Baone e Battaglia e chiede il commissariamento del Comune della Rocca. Tutto questo per la mancata risposta del Comune di Monselice all’autorizzazione per la costruzione di un nuovo silo da 100 metri cubi, alto più di 20 metri a ridosso del Monte Ricco, per lo stoccaggio di un silicato granulare derivato dagli scarti della lavorazione del rame proveniente da uno stabilimento metallurgico spagnolo.



Alla fine del 2019 Buzzi ha avviato gli iter necessari all’autorizzazione per la nuova struttura con lo scopo di evitare depositi all’aperto e di migliorare la situazione ambientale. «Finora è rimasta inevasa la richiesta al Comune di Monselice dell’autorizzazione edilizia e di stipula della convenzione», spiegano alla Buzzi, «per disciplinare le migliori modalità di inserimento dell’intervento. Dato che sono decorsi i termini di legge, siamo costretti a ricorrere alla magistratura amministrativa. La posizione del Comune appare immotivata, dal momento che la realizzazione dell’opera ha ottenuto l’approvazione dal punto di vista ambientale e paesaggistico della Provincia e l’autorizzazione paesaggistica da parte dell’Ente Parco Colli dopo un procedimento che ha coinvolto la Soprintendenza, a riscontro degli indubbi benefici ambientali».



Buzzi porta in tribunale anche i comuni di Battaglia e Baone che nei mesi scorsi hanno inviato una nota a Provincia e Parco Colli per sollecitare una data per la dismissione dello stabilimento come previsto dall’articolo 19 del Piano ambientale del Parco Euganeo. I sindaci sottolineano che l’articolo chiede al Parco e ai Comuni limitrofi interessati dagli interventi “eccedenti la manutenzione”, come in questo caso la costruzione del silo, di stipulare un’apposita convenzione che “definisca anche i tempi di dismissione o ricollocazione”. Secondo Buzzi invece basterebbe una convenzione solo con Monselice dato che il cementificio è situato in questo Comune e per questo chiede a Battaglia e Baone di annullare le note inviate. Il Parco Colli invece ha subordinato il suo parere alla stipula della convenzione di cui ha inviato una bozza ai Comuni interessati, ma i sindaci di Baone e Battaglia hanno risposto in maniera negativa, spiegando che la convenzione per l’autorizzazione del silo deve contenere anche i termini per la dismissione della cementeria.



Buzzi si ritrova così bloccato nell’iter di costruzione e per questo si appella al Tar per poter procedere, chiedendo persino che il Comune di Monselice venga commissariato in caso non risponda entro i termini. Il sindaco Giorgia Bedin replica: «La nostra mancata risposta è collegata al parere dell’Ente Parco che subordina l’autorizzazione alla sottoscrizione di una convenzione. Quindi non c’è alcuna inadempienza e Buzzi è libero ovviamente di agire come crede più opportuno».

Anche il sindaco di Battaglia prende posizione: «La nostra era una nota, sono stupito da questo atteggiamento», spiega Massimo Momolo. «Interesseremo i nostri legali, noi abbiamo fatto qualcosa di legittimo esprimendo la nostra opinione». A lui fa eco il primo cittadino di Baone, Francesco Corso: «È ridicolo essere citati in giudizio per avere auspicato l’avvio di una discussione con l’obiettivo di una programmazione nel tempo della dismissione dell’attività della cementeria in quanto incompatibile con il Parco Colli».



Secondo i comitati popolare “Lasciateci respirare” e “E Noi?”, chiamati in causa da Buzzi, la richiesta del silo va in netto contrasto con le norme del Piano Ambientale: «Il ricorso al Tar è un tentativo di intimidire i Comuni di Monselice, Baone e Battaglia e i ricorsi sono diretti anche nei nostri confronti», spiegano i portavoce. «Capiamo le esigenze degli imprenditori del cemento, ma auspichiamo che la politica che amministra il nostro territorio agisca in rigorosa coerenza a quanto previsto nel Piano Ambientale, dato che il Parco ha dichiarato l’esigenza di definire un accordo di programma per raggiungere gli obiettivi del Piano, con il miglioramento ambientale e la programmata ricollocazione o cessazione delle attività definite incompatibili con l’area naturale. Per quanto riguarda l’introduzione del nuovo sottoprodotto proveniente dalla Spagna ricordiamo che è la stessa Arpav a prescrivere all’esercente di “fornire dati bibliografici o di monitoraggio sperimentale delle emissioni. Non c’è alcuna evidenza di un miglioramento ambientale” con il nuovo silo, come sostiene Buzzi». —



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