Centro di Foniatria, buco di 7 milioni: guai per i funzionari di Usl e Regione
PADOVA. Sette milioni e mezzo drenati dalle casse del servizio pubblico sanitario nazionale in cinque anni con richieste di rimborso gonfiate del triplo. Oltre quattromila cartelle cliniche relative a bambini beneficiari di ricoveri in day hospital, con un costo al sistema sanitario regionale di 150 euro l’uno rispetto ai 50 previsti. Il pubblico ministero Federica Baccaglini ha chiuso l’inchiesta che ruota attorno al Centro di foniatria, noto come “Casa di cura Trieste”, con sede a Padova in via Bergamo 10. Il pm sta per chiedere il rinvio a giudizio della presidente del consiglio di amministrazione Donatella Croatto, 65 anni, e del direttore sanitario, il professor Luigi Diana, 75 anni, già sovrintendente sanitario e commissario straordinario dell’ex Usl 21 di Padova. L’accusa contestata è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni del Servizio sanitario del Veneto. Ma non saranno gli unici a dover rispondere della gestione dei cinque anni “incriminati”. La Guardia di finanza ha segnalato infatti alla Corte dei Conti i nomi di undici funzionari dell’Usl 16 e della Regione Veneto. Per loro è stato aperto un procedimento contabile.
La denuncia
A dare il via all’inchiesta era stato un esposto firmato dal direttore sanitario dell’Usl 15, Sandro Artusi, a maggio del 2013. Lamentava che la stessa Casa di cura consigliava i genitori di far indicare nell’impegnativa del pediatra la necessità di ricoveri in day hospital, benché i figli fossero affetti da patologie curabili con prestazioni ambulatoriali. Artusi aveva inviato una nota pure alla responsabile del Coordinamento regionale controlli sanitari, Annamaria Mussi, e ai colleghi-direttori sanitari delle altre Usl padovane, denunciando che le prestazioni a favore di 250 bambini dell’Usl 15 erano avvenute quasi tutte in day hospital con una spesa per il suo ente di 500 mila euro. E segnalando che molti interventi diagnostici e riabilitativi in regime di ricovero day hospital non erano giustificati dalla problematica clinica presentata.
L’indagine
L’8 maggio 2013 i finanzieri hanno fatto il loro ingresso nella struttura di via Bergamo e se ne sono usciti con oltre quattromila cartelle cliniche. Croatto e Diana, vista la pesante accusa, hanno incaricato della difesa lo studio legale Longo-Ghedini. Ma oltre agli accertamenti svolti sulla gestione del Centro di foniatria, l’attenzione degli uomini delle fiamme gialle si è spostata anche sui referenti del servizio negli uffici pubblici, coloro che in qualche modo reggevano i cordoni della borsa. Sono undici funzionari e i loro nomi sono entrati a far parte di un procedimento contabile alla Corte dei Conti. Non è escluso che, una volta ultimati gli accertamenti, venga chiesto loro di rispondere in solido del buco generato.
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