Centro Ingrosso Cina, mega-blitz verifiche su prodotti e dipendenti

PADOVA. Luminarie, fuochi d’artificio, sicurezza degli ambienti di lavoro, regolarità dei contratti, permessi di soggiorno e persino l’analisi della qualità del cibo servito alla tavola calda. Ventiquattro ore di controlli al Centro Ingrosso Cina di corso Stati Uniti, il gigante cinese della zona industriale di Padova, il secondo più grande distretto d’Italia dopo quello di Prato. Stavolta l’azione è stata corale e ha coinvolto tutte le forze dell’ordine cittadine: polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani. Al servizio hanno preso parte anche l’Ispettorato del lavoro e la Camera di commercio.
Per la prima volta è stato utilizzato uno strumento in grado di individuare i metalli pesanti all’interno dei prodotti. Ieri a metà mattinata su alcuni braccialetti sono state trovate tracce di nichel.
La regia del maxi controllo è della Divisione amministrativa della Questura e i dati saranno resi noti in Prefettura, a conferma dell’intenzione delle istituzioni di mantenere la legalità all’interno dell’ingrosso cinese. Il principio base è sempre lo stesso: chi fa affari violando la legge crea un danno anche ai concorrenti perché si tratta di concorrenza sleale. Con questo assunto ben chiaro in testa chi ha organizzato il controllo ha pensato di distribuire i compiti alle varie forze in base alle specificità.
La Guardia di finanza ha controllato tutti i prodotti negli scaffali alla ricerca di fuochi artificiali poco sicuri o luminarie potenzialmente pericolose. I carabinieri, con l’impiego del Nucleo anti sofisticazione, hanno verificato la situazione igienico sanitaria nel ristorante dell’ingrosso. La polizia ha messo in campo un robusto contingente per verificare il rispetto della normativa nei locali pubblici ma chiaramente sotto la lente d’ingrandimento sono finiti anche i permessi di soggiorno degli esercenti cinesi. Ai vigili urbani, invece, è stato assegnato il compito di verificare il rispetto delle norme urbanistiche previste dal Comune di Padova.
«Per la prima volta abbiamo utilizzato uno strumento che consente di individuare le concentrazioni di nichel superiori alla media» spiega Antonio Palmieri, responsabile del servizio regolazione del mercato in Camera di Commercio. «I valori, è bene specificarlo, sono solo indiziari. Per avere la conferma che si tratta di prodotti tossici serve la conferma del laboratorio di analisi».
La Camera di Commercio ha preso parte al blitz di ieri perché l’ente ha un ruolo di vigilanza sulla sicurezza dei prodotti che vengono immessi sul mercato. «Abbiamo passato ai raggi-x gioielli di bigiotteria, occhiali da sole, giocattoli e cancelleria» continua Palmieri.
A gennaio del 2013, dopo un analogo controllo, il prefetto Ennio Mario Sodano firmò un’ordinanza di sospensione dell’attività del Centro Ingrosso Cina per 60 giorni a causa della mancanza dell’autorizzazione di prevenzione incendi. Ieri mattina, dopo l’arrivo delle prime pattuglie, gli esercenti cinesi hanno messo in campo il loro pool di avvocati per verificare il rispetto della procedura.
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