Centro sociale Pedro, incontro segreto con il sindaco

PADOVA. Un incontro segreto per “regolarizzare” il centro sociale Pedro. Il sindaco Massimo Bitonci si è visto con i rappresentanti degli antagonisti, che dal 9 dicembre 1987 occupano l’immobile comunale di via Ticino, per trovare un accordo su una convenzione sullo stile di quella in vigore a Marghera con il centro sociale Rivolta. Si va verso il pagamento di un canone e delle utenze di luce e acqua.
L’incontro all’Arcella. Il faccia a faccia tra primo cittadino e “pedrini” si è svolto tra fine ottobre e inizio novembre, in un luogo neutro: un locale dell’Arcella. All’appuntamento cui il sindaco è arrivato da solo con la sua macchina, come fa solitamente negli incontri con i cittadini. Per il centro sociale invece era presente il portavoce Enrico Zulian con altri due militanti. Una conversazione su cui il primo cittadino avrebbe chiesto massima riservatezza. Sul tavolo niente di concreto ma la proposta di regolarizzare la situazione, con una convenzione.
Il modello Marghera. Nessun trasloco, nessuno sgombero. Il Pedro è destinato a restare lì dov’è. Il sindaco però ha chiesto agli esponenti del centro sociale di pagare un canone annuo e di farsi carico di tutte le utenze. Il tutto regolato da una convenzione come quella già sperimentata con diverse associazioni in città. Il modello è l’accordo firmato dall’allora sindaco Massimo Cacciari per regolarizzare il centro sociale Rivolta a Marghera, che paga un canone annuo di circa 30 mila euro al Comune di Venezia e fornisce attività sociali come l’apertura, nel periodo invernale, di un centro di accoglienza per senza fissa dimora. L’accordo veneziano è stato recentemente rinnovato con l’installazione di un tetto fotovoltaico: scadrà nel 2026.
Un diritto acquisito. Da parte degli attivisti del Pedro nessuna risposta ufficiale nel faccia a faccia con il sindaco. L’eventuale accordo dovrà essere discusso all’interno del centro sociale. Certo l’idea di difendere da eventuali sgomberi gli spazi autogestiti da quasi trent’anni è allettante. C’è anche l’aspetto di un «riconoscimento pubblico» del Pedro come esperienza politica e sociale della città da parte di un sindaco per nulla amico, anzi esponente di un partito con cui la contrapposizione è forte (dal calcio a Borghezio, agli assalti ai gazebo fino ai rifiuti davanti alla sede). E poi c’è la conquista di un “diritto acquisito”, nel caso il Comune volesse mettere in atto una riqualificazione della zona.
L’apertura del sindaco. La questione Pedro è nata nell’aprile scorso, dopo che la giunta ha spostato la previsione urbanistica di un «parco commerciale» proprio nell’area di via Ticino. «Le porte del Comune sono sempre aperte e ho invitato più volte Pedro e Gramigna ad incontrarci per trovare una soluzione. Facciamo come a Marghera dove si è trovato un accordo con l'amministrazione per una somministrazione di cibi, bevande, per concerti e attività. Il problema non è radere al suolo il centro sociale ma regolarizzarlo», aveva affermato il primo cittadino.
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