C’era una volta il King’s e adesso c’è ancora Ma senza abito da sera

Il locale simbolo delle notti di Jesolo riapre domani grazie alla sfida di due giovani imprenditori padovani
Di Giovanni Cagnassi

di Giovanni Cagnassi

C’era una volta il King’s, principe dei locali della notte di Jesolo e del Veneto intero. Uno dei pochi la cui fama aveva varcato i confini, lo conoscevano in tutta Europa. Il King’s c’è ancora: torna, da domani, grazie a giovani padovani Riccardo Checchin e Thomas Visentin, di 26 e 25 anni, imprenditori dell’intrattenimento, già soci dello Sugar Reef di Piombino Dese, poi allo Story di Santa Giustina in Colle. Ci credono e lanciano la sfida alla conquista del popolo della notte che in Veneto raggiunge 1,2 milioni di potenziali clienti. Cinquanta serate, 30 ospiti  nazionali e internazionali per la stagione della rinascita: si punta a oltre 100 mila presenze tra fine maggio e settembre.

Con i suoi cinquemila metri quadrati, tra sale, un rigoglioso giardino e una capienza di tremila persone, il nuovo King’s di Jesolo darà lavoro a cinquanta persone tra i 20 e i 50 anni.  La fascia di età di riferimento per il King’s è tra i 18 e i 44 anni, l’ambizione è richiamare pubblico da tutta Italia e anche dall’estero. L’approccio dei nuovi gestori è manageriale, perché bisogna anche saper fare i conti:  «Nonostante il periodo di crisi il nostro modello di business punta a una ricerca costante di qualità, nei servizi e nei prodotti proposti» dice Thomas Visentin «I tempi sono cambiati, la gestione dei locali è diventata difficile nelle previsioni. Una decina di anni fa si potevano prevedere i weekend di maggiore affluenza e si riusciva a organizzare il calendario, oggi non esiste più una regola, i flussi sono irregolari e imprevedibili».

Prendere in gestione il King’s, significa ereditare un pezzo di storia del Veneto. Il mito nasce nel 1967, la discoteca King's River di Jesolo Lido diventa subito famosa per la sua selezionata clientela, si arriva fin qui dappertutto, e in abito da sera, richiamati da ospiti come Charles Aznavour, Gino Paoli, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Fred Bongusto, Grace Jones, Matt Bianco, Kim Mazele. Il biglietto, mai meno di 50 mila lire, e allora erano soldi. Nel parcheggio, Ferrari, Porsche, Lamborghini. Sui tavoli Champagne e Bacardi cola: spritz, prosecco e Franciacorta non erano ancora di tendenza.

Arrivano gli anni di Gianni Gobbo, storico patron del locale, e ancora oggi proprietario, si gira la boa del 2000. Dopo la parentesi molto giovane di K-Club e Cafè del Mar, oggi si il locale vuole riprendere il suo posto e la sua storia, ripartendo dalla musica commerciale e radiofonica contemporanea fino alle contaminazioni della nuova “future-house”.

Alla consolle sono annunciati Michael Calfan, autore della Hit Treasured Soul, la star mondiale Oliver Heldens, produttore e dj olandese, Tommy Vee, venezianissimo per il quale il mondo intero fa follie,Mauro Ferrucci, Tujamo. Ma è inutile aspettare un’altra diafana Patty, uno struggente Aznavour, un Ray Charles di oggi: al King’s arriveranno, Rocco Siffredi, il giudice di Amici Gabry Ponte, i naufraghi dell’Isola dei Famosi. Questo passa, nella notte, il 2015; e questo il pubblico del 2015 vuole. L’abito da sera non servirà più.

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