Chiara, diploma da geometra poi l’impegno nel lavoro

La disperazione del papà della ragazza morta nello schianto a Rubano: «Mia figlia era una ragazza semplice e piena di vita» 
POLETTO - FOTO PIRAN - MESTRINO -CHIARA BONETTO
POLETTO - FOTO PIRAN - MESTRINO -CHIARA BONETTO

MESTRINO. Chiara Bonetto aveva compiuto 26 anni il 6 dicembre.

Viveva da sempre ad Arlesega di Mestrino, con i genitori Stefano e Bertilla e la sorella più giovane di 7 anni, Maria Letizia e il loro cagnolino. Da un anno e mezzo lavorava nel fast food di Mc Donald's in via Pria Fosca a Rubano, lungo la stessa regionale in cui ha perso la vita.

La sua passione era il disegno e sognava di fare la geometra. Quello aveva studiato all'istituto Belzoni di Padova, da cui era uscita con tanti sogni e aspettative.

«Per diverso tempo aveva fatto la praticante allo studio Robusti di Grisignano di Zocco», racconta la sorella Maria Letizia, «e aveva anche intrapreso il percorso per l'abilitazione, ma poi non aveva più potuto proseguire in quella direzione e allora si è data da fare con alcuni lavoretti. Quando poi i miei genitori, dopo aver perso il lavoro sei anni fa, hanno deciso di aprire una pizzeria per asporto, è stata Chiara la prima ad aiutare nostro padre nell'attività. Infine, da un anno e mezzo circa, aveva trovato lavoro al Mc Donald's».

La pizzeria di famiglia, che si chiama "Ci ritorno" e si trova in via Don Bosco a Tencarola di Selvazzano, ieri è rimasta chiusa per lutto. I genitori di Chiara l'hanno aperta dopo aver perso entrambi il lavoro da operai per una ditta di confezioni di un noto marchio di abbigliamento italiano, il quale, quando ha scelto de delocalizzare la produzione, ha causato la chiusura degli stabilimenti locali.

Per le diverse circostanze della vita Chiara, quindi, che sognava di disegnare progetti, si era ritrovata a servire patatine al fast food: il lavoro le piaceva, lei era sempre gentile e sorridente. Alle ultime elezioni era stata anche scrutatrice ai seggi elettorali. «Mi figlia era gioiosa e piena di vita», la ricorda il padre Stefano, «ed era una ragazza semplice, senza grilli per la testa. Non riusciamo ancora a capacitarci di come possa aver avuto l'incidente: le dicevo sempre di non correre, che tanto, se anche accelerava, al massimo guadagnava una manciata di minuti, che non valevano la sua vita. Ma poi non potevo certo controllarla quando era fuori. Ho pensato che abbia potuto avere un malore, ho pensato anche a un guasto alla macchina, sebbene l'avessimo revisionata a gennaio e fatta controllare: era tutto a posto. Non trovandola nel suo letto al mattino, quando mi sono alzato perché Maria Letizia deve prendere il pullman alle 7 per andare a scuola, non mi sono preoccupato più di tanto: non era infrequente che trascorresse la notte fuori da un'amica. Quando, poco prima delle 7, ho sentito suonare il campanello, ho pensato fosse lei, che si fosse dimenticata le chiavi a casa. Mai mi sarei aspettato di trovarmi davanti i carabinieri, che mi annunciavano che non sarebbe tornata a casa mai più».

La famiglia, riservata e tranquilla, ha sempre abitato ad Arlesega, paese natale del papà di Chiara: con tutta probabilità sarà celebrato lì anche il funerale della ragazza, che sarà fissato nei prossimi giorni. Fatti salvi cambiamenti improvvisi, la Procura non ha predisposto accertamenti particolari, trattandosi di una dinamica chiara in un incidente che non ha coinvolto altri veicoli o persone. (cri.s.)

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