Chiude la scuola di Cardiochirurgiail ministro Gelmini la regala a Verona
Da oltre vent'anni era un pilastro del Bo. Con decreto firmato dal ministro dell'Istruzione il centro viene aggregato all'Università di Verona. Il professor Gerosa: «Non posso che prenderne atto»

Il professor Gino Gerosa
PADOVA. Un colpo dritto al cuore: la facoltà di Medicina perde la scuola di Cardiochirurgia, da oltre vent'anni pilastro del Bo. Con decreto firmato dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, la fucina di chirurghi che nel 1985 ha effettuato con Gallucci il primo trapianto di cuore d'Italia e che nel 2007 ha impiantato il primo cuore totale artificiale, viene aggregata all'Università di Verona.
Uno schiaffo all'ateneo, all'ospedale e alla città, che rischiano di perdere il proprio fiore all'occhiello per eccellenza. L'annuncio ieri mattina, nell'austera cornice dell'aula magna del Bo, nel convegno sulla medicina di genere: madrina, l'onorevole Pdl Giustina Destro, del tutto ignara dello «sgambetto» del ministro Gelmini.
Nel presentare il cardiochirurgo Gino Gerosa, la professoressa Loredana Vido ha ripercorso i successi del centro Gallucci, una «scuola che ha reso grande Padova in tutto il mondo». Gino Gerosa, padre del primo trapianto di cuore totale artificiale, è discepolo di Vincenzo Gallucci, il chirurgo che a Padova, primo in Italia, trapiantò il muscolo cardiaco.
Gerosa, direttore della scuola e dell'unità operativa di Cardiochirurgia, ha esordito pronunciando parole cariche di amarezza: «Non avrei nemmeno voluto dirlo - ha affermato - ma a fronte di una tale presentazione, devo comunicare che ho appreso che il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha deciso con proprio decreto di non attivare nella nostra facoltà per il prossimo anno la scuola di specializzazione in Cardiochirurgia». Tra il pubblico è sceso il silenzio: «Non aggiungo una parola di più - ha concluso Gerosa - non posso far altro che prenderne atto».
La scuola di Cardiochirurgia padovana verrà «aggregata» alla facoltà medica di Verona. Il ministro Maria Stella Gelmini ha firmato il 31 marzo il documento di 56 pagine che assegna, materia per materia, i contratti destinati a ciascuna scuola di specializzazione. Tre contratti (quelle che in gergo vengono chiamate borse), scuola attivata. Se sono in numero inferiore la specializzazione viene meno, si aggrega ad un altro ateneo. Dal 30 giugno 2011 un neolaureato in Medicina del Bo che voglia intraprendere la specializzazione in Cardiochirurgia dovrà rivolgersi a Verona: Padova ha chiuso i battenti. In aula magna ieri si rincorrevano i commenti: «E' uno scandalo per la scuola medica padovana», sibilavano docenti e medici. Le carte del ministero parlano chiaro: Verona ha portato a casa tre punti, Padova uno solo, di conseguenza la seconda viene aggregata alla prima.
A far bruciare di rabbia gli addetti ai lavori il caso San Raffaele di Milano: ha guadagnato un solo punticino, ma avrà la scuola di specialità attivata. Motivo? Effetto Gelmini: per mantenere una specializzazione in un'Università privata è sufficiente accaparrarsi un punto solo. Ieri è stato informato della decisione del Miur anche il magnifico rettore Giuseppe Zaccaria, che sta preparando l'offensiva. Verona batte Padova: un nuovo casus belli per riaprire la querelle che vede contrapposte le due città, al punto che è un leit motiv il postulato per cui dopo anni di guida veronese all'assessorato regionale alla Sanità, la città scaligera stia infilando una serie di vittorie. I sostenitori di questa tesi troveranno pane per i loro denti. Per ora con il cerino in mano resta una scuola di Cardiochirurgia che racchiuderebbe in sé le specialità necessarie alla sua riattivazione.
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