Chiudono in centro tre bar storici: «Affitti troppo alti»

Bar e ristoranti che aprono, ma anche altri locali che in centro abbassano le serrande per sempre. La denuncia dell'Appe

PADOVA. Bar e ristoranti che aprono, ma anche altri locali che in centro abbassano le serrande per sempre. In poche settimane, tra le Porte Contarine e il Canton del Gallo, hanno chiusi i battenti tre notissimi bar: il Giotto, il Girasole e il San Clemente. Il primo attivo da decenni era situato all’angolo tra le vie Giotto e Matteotti.

La giovane titolare ha chiesto, come d’altronde hanno fatto tanti altri, la riduzione del canone d’affitto al proprietario dei muri. Non avendola ottenuto, ha deciso di gettare la spugna. Il Girasole si trovava in Riviera Ponti Romani, angolo via Cesare Battisti. Negli ultimi anni è stato gestito da due ragazzi - uno di Matera e l’altro di Napoli - animati da tanta buona volontà. Anche in questo caso i costi di gestione, a iniziare dall’affitto, erano troppo alti e quindi i due giovani baristi hanno dovuto arrendersi.

Il San Clemente, infine, era il locale più conosciuto dei tre. Da anni era nelle mani di una società tutta padovana, di cui fa parte Mauro Marini, contitolare anche del bar Zanellato, in via dei Fabbri. I soci hanno deciso di chiudere il locale di piazza dei Signori, a venti metri dall’edicola, dopo aver avuto un lungo contenzioso amministrativo con la proprietà del bar. Tra l’altro con la chiusura del San Clemente sparisce per sempre uno dei locali storici più importanti della città perché il bar guidato da Mauro Marini, anni addietro, era la famosa pasticceria Brigenti, gestita da Giuseppe Colucci, ex presidente dell’Appe dal 1982 al 2003, prima dell’attuale era degli Alajmo. Sulla chiusura quasi contemporanea dei tre locali prende posizione il direttore provinciale dell’Appe: «Ci sono troppi locali in centro, specialmente nel comparto piazze, dove siamo passati dai 20 del 2002 agli attuali 58», osserva Filippo Segato (nella foto). «I costi sempre più alti di gestione, con il caro-affitti in primo piano, e la burocrazia stanno uccidendo i locali, in particolare quelli gestiti dagli italiani e dalle singole famiglie. La concorrenza è sempre più spietata e riescono a sopravvivere solo le aziende in franchising. La movida, poi, è stata concentrata quasi tutta in piazza dei Signori, dove in ogni buco c’è un bar o un ristorante».

 

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