Chiuso il Boschetti, a Padova è guerra dei park. «Ora mille posti alla Prandina»
Opposizioni e commercianti chiedono un’alternativa. Rossi, Confesercenti: serve intervento sull’accessibilità

PADOVA. «Il progetto del parco al posto del parcheggio in piazzale Boschetti lo abbiamo portato avanti noi, ma mai lo avremmo chiuso prima di assicurare 1. 000 posti auto alla Prandina». Ieri sono stati messi per sempre i sigilli all’area dove sorgerà il parco Tito Livio. E sono esplose le polemiche per i 267 posti auto in meno. L’ex sindaco Massimo Bitonci ha rivendicato quello che era il suo percorso per rivedere urbanistica e mobilità.

MARIAN -AGENZIA BIANCHI- PIAZZALE BOSCHETTI CHIUSO
«SERVIVA ALTERNATIVA»
L’ex primo cittadino, oggi parlamentare leghista, ha contestato la scelta di chiudere il park Boschetti senza fornire ai padovani (e non) un’altra possibilità: «Noi stavamo lavorando a un progetto per la Prandina che prevedeva dai 700 posti auto in su, perché quello è il numero minimo di cui necessita la città, con la chiusura del Boschetti e quella in prospettiva del park Insurrezione», sostiene Bitonci. Il piano della sua amministrazione prevedeva più park scambiatori: «Nei comuni che funzionano esistono parcheggi grandi prospicienti al centro. La Prandina dovrebbe essere uno di quello, e anche se noi crediamo in un progetto a raso, ben venga anche il parco che vuole Coalizione Civica, ma allora facciano posti auto sottoterra. Con 1000 posti si risolve ogni problema». Il piano dell’amministrazione Giordani ne prevede al massimo 650. «Spero che questo sia l’anno delle soluzioni, perché finora abbiamo visto solamente eliminare parcheggi senza mai dare un’altra opzione» aggiunge il consigliere di Forza Italia, Roberto Moneta. «Certe scelte vanno fatte in maniera intelligente, mentre così semplicemente si aumenta il traffico e le difficoltà per cercare un posto auto» chiude Eleonora Mosco, ex vicesindaco e attuale consigliera di “Cambiamo con Toti”.

MARIAN -AGENZIA BIANCHI- PIAZZALE BOSCHETTI CHIUSO
SOTTO CONTROLLO
Ieri, primo giorno di chiusura, la situazione è apparsa sotto controllo. Solamente una trentina di auto hanno provato a entrare e poi sono state costrette a fare retromarcia. E se qualcuno immaginava che venisse preso d’assalto il park multipiano di via Trieste dovrà ricredersi, visto che la media ieri è stata tra i 90 e i 130 posti liberi. Numeri destinati probabilmente a cambiare nel weekend, con il centro è più affollato.
I COMMERCIANTI
«La chiusura del parcheggio Boschetti non è una novità, ma da tempo è privo di una risposta complessiva sul tema dell’accessibilità». A nome dei commercianti stavolta parla Nicola Rossi, presidente di Confesercenti. Categoria che non è contraria alle pedonalizzazioni, ma che la vede diversamente dall’amministrazione in termini di accessibilità: «Siamo convinti della necessità di centri storici fortemente pedonalizzati, proprio nell’interesse delle attività economiche, ma affinché questo avvenga con successo occorre avere un sistema che preveda anche l’accesso in auto. La chiusura del Boschetti creerà ulteriori difficoltà ai commercianti». «Questo è il miglior metodo per far chiudere altre attività. Solo negli ultimi mesi hanno chiuso 10 botteghe storiche in 100 metri», aggiunge Vanda Pellizzari, consigliera e commerciante leghista. Ieri intanto è stata solamente circoscritta l’area del cantiere. Per vedere completato il parco Tito Livio probabilmente si dovrà aspettare la prossima estate.—
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