«Ci siamo presi una bella legnata adesso costruiamo un Pd 2.0»

Il capogruppo Gianni Berno analizza la débacle delle Politiche: «Non basta parlare ai soliti noti. Dobbiamo rapportarci con gli utenti della Rete. Alcuni leader nazionali rifiutati a prescindere»
Di Claudio Baccarin

Serve un “Partito democratico 2.0”, che sappia parlare anche alle fasce di popolazione più abituate ad usare il computer e più alfabetizzate ad Internet. La riflessione-provocazione arriva da Gianni Berno, capogruppo del Pd a Palazzo Moroni, che analizza le ragioni del risultato deludente del 24-25 febbraio. «Il fenomeno Grillo-M5S», osserva, « è un frutto tipico di una democrazia 2.0, quindi una nuova modalità di comunicazione via web molto strutturata. L’impressione che si ha è che vi siano milioni di persone che, con grande passione e in assoluta buona fede, assaporano una modalità nuova per contare e per farsi sentire».Berno non nasconde l’insoddisfazione e la preoccupazione: «Ci siamo presi una bella legnata. Ora dobbiamo rialzarci con più forza, evitando gli errori del passato e soprattutto aprendoci, ascoltando “fuori dal Pd” per saper costruire una proposta capace finalmente di vincere in tutto il Paese». Nella sua analisi il capogruppo del Pd identifica alcuni di criticità che ha rilevato grazie all’apporto di alcuni “non professionisti” della politica. «Il Pd è stato troppo autoreferenziale: i circoli, il partito strutturato, gli incontri tra i soliti noti sono una forza, un valore molto positivo ma non bastano per vincere le elezioni».

Berno punta inoltre il dito sulla «comunicazione non efficace: si fatica a ricordare che cosa ha proposto il Pd, che non ha saputo mettere in fila due-tre parole d’ordine, capaci di diventare il messaggio “virale” da trasmettere agli italiani». Anche l’insufficiente rinnovamento delle prime linee sembra aver pesato sul risultato insoddisfacente: «Quando alcuni leader nazionali, peraltro di assoluta preparazione e spessore, sono intervenuti, gli italiani li hanno rifiutati “a prescindere” e quella è rimasta in testa come l’immagine del Pd nonostante il rinnovamento del 70% dei nostri parlamentari».

Infine il “peccato” più grave. «Il Pd», argomenta Berno, «non ha colto appieno quanto contagiosa potesse essere la proposta di Grillo, che unisce la semplificazione dei problemi con stile protestatario (simil Lega) ad una capacità strutturata di comunicazione molto eterodiretta da guru della comunicazione (simil Berlusconi), che sa contagiare tutto il Paese (diversamente dalla Lega) e accendere voglia di partecipare in milioni di persone che prima erano lontane dalla politica. Nonostante l’impressione “da fuori” sia quella di una setta eterodiretta da alcuni sapienti burattinai».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:elezioni 2013

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova