«Ci tolgono il poco verde che è rimasto»
Un paio di giorni fa sono comparse le prime transenne e con queste la preoccupazione di residenti e dipendenti. Ieri sono arrivate le ruspe, e la preoccupazione ha raggiunto l’apice. Sono cominciati...
Un paio di giorni fa sono comparse le prime transenne e con queste la preoccupazione di residenti e dipendenti. Ieri sono arrivate le ruspe, e la preoccupazione ha raggiunto l’apice. Sono cominciati i lavori per il maxi-progetto di allargamento del parcheggio dello Istituto oncologico veneto. In particolare è iniziata la rimozione di alcuni tronchi nella zona che è stata delimitata e in corrispondenza della quale verrà aperto un varco su via Gattamelata. Varco che fungerà da nuova uscita del parcheggio dello Iov. Il problema è che i lavori sono cominciati nell’unico tratto verde del parco che finora si era salvato e questo sembra dispiacere non poco a chi frequenta o lavora nella struttura.
«Stamattina stavano estirpando le rose a ridosso del muro dove verrà aperta la nuova uscita e stavano cominciando a rimuovere tronchi di alberi già tagliati tempo fa nell’area verde che verrà eliminata. Insomma ci tolgono via un altro pezzo di parco. Tra poco non ce ne sarà davvero più» protesta una dipendente, «inoltre un’uscita su via Gattamelata, prima della rotonda di via Scardeone, creerà non pochi problemi alla viabilità, già abbastanza congestionata».
Lo Iov aveva ha di recente vinto la causa davanti al Tribunale amministrativo contro i residenti che puntavano a tutelare il parco storico vincolato e anche una parte dei loro giardini, destinati a essere espropriati per fare spazio ai nuovi parcheggi.
«Nel progetto originale del 2014 questa nuova uscita del parcheggio non c’era, ci chiediamo se faccia parte del progetto o se lo Iov stia facendo un po’ quello che vuole, visto che il tribunale gli ha dato il via libera. Vorremmo sollevare la questione, capire se questa cosa ci porterà davvero dei benefici e soprattutto se il Comune stia vigilando sui lavori o abbia almeno dato dei permessi» conclude la donna.
Alice Ferretti
Argomenti:oncologia
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