Cinquanta bidelli sotto accusa per aver presentato titoli falsi

Le verifiche dello scorso anno hanno portato a 27 licenziamenti e 23 sanzioni Il provveditore Roberto Natale: «Faremo controlli incrociati con Inps e altri enti»



Cinquanta bidelli con “titoli falsi”, di cui 27 già licenziati. È al lavoro anche in piena estate la task force costituita all’interno dell’Ufficio scolastico provinciale, in via Cave, con cinque funzionari (tutte donne) che, guidati dal provveditore Roberto Natale, stanno applicando le nuove strategie metodologiche per scoprire, scuola per scuola e compresi gli istituti paritari, il personale Ata (in genere bidelli ed assistenti amministrativi) che abbia presentato falsi titoli per avere più punti in graduatoria e quindi per essere assunto.

Cinquanta irregolari

Intanto il “Provveditorato” ha per la prima volta ufficializzato il lavoro effettuato durante l’anno scolastico 2018-2019, per stanare gli Ata che avevano presentato titoli fasulli, certificati da istituti privati non certificati dal Miur oppure addirittura inesistenti.

Il problema è sorto soprattutto per numerose scuole che ancora oggi si trovano in Campania (ed in particolare nelle province di Napoli, Caserta e Salerno). Qui, a fianco dei singoli provveditori, si sono mosse anche le Procure che hanno ipotizzato il reato di falso in atto pubblico per la produzione di certificati non veritieri.

Dunque i casi scoperti nelle scuole padovane sono risultati in tutto 50. Di questi 27 tra bidelli ed applicati di segreteria sono già stati licenziati e quindi non lavorano più nelle scuole provinciali. Per i restanti 23, una volta scoperti gli illeciti commessi, sono scattati i procedimenti disciplinari, che sono ancora in itinere e che in genere, si traducono in un aggiornamento al ribasso del punteggio in graduatoria.

Oltre ai cinquanta indagati restano 6 Ata che, a tutt’oggi, sono stati dichiarati sospesi in attesa della conclusione del processo penale, in corso nelle Procure di competenza territoriale. Di tutti coloro che sono stati messi sotto accusa solo 3 hanno presentato ricorso perché sostengono che la responsabilità di non avere pagato i contributi previdenziali ed assicurativi dovrebbe essere addossata alla singola scuola dove hanno prestato servizio e non certo al singolo dipendente. Ma anche su questi tre casi il Provveditorato ha presentato un contro-ricorso.

Verifiche in corso

Dunque a 50 giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico (11 settembre), l’attenzione del dottor Natale è tutta protesa al lavoro del nuovo team contro i furbetti del posto di lavoro nella scuola. «Le funzionarie stanno già lavorando con efficienza e professionalità – osserva il provveditore – Attualmente abbiamo nuove armi amministrative per contrastare un fenomeno così abietto. Ad esempio abbiamo la possibilità di effettuare verifiche incrociate con l’Inps, l’Ispettorato del lavoro ed anche con i Centri per l’Impiego. Il metodo e la qualità del controllo sono diventati più efficienti.

In tal modo il lavoro continuo dell’Ufficio procedimenti disciplinari e dell’Ufficio contenzioso, portato avanti assieme alle segreterie delle singole scuole, è destinato a raggiungere obiettivi che prima erano più difficili, specialmente nel momento in cui si trattava e si tratta di bloccare l’eventuale assunzione da parte di Ata, che arrivano a presentare titoli falsi pur di lavorare nella scuola. —



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