Città dei 15 minuti, Padova tra i migliori centri in Italia: ma mancano i servizi nelle periferie

Il report Sony Laboratories di Roma evidenzia una mancanza di accessibilità in alcune aree urbane. Bene le zone semicentrali, l’Arcella e la Guizza. Ragona: «Lavoro da fare per l’inclusione sociale»

Claudio Malfitano
Una veduta aerea di Prato della Valle
Una veduta aerea di Prato della Valle

La maggior parte dei padovani abita in un’area in cui i servizi sono a portata di passeggiata, con una media di 13 minuti a piedi che scende a 5 minuti se si usa la bicicletta. Ma resta un grosso divario per alcuni rioni della periferia, dove la «città dei 15 minuti» è ancora tutta da costruire.

È quanto emerge dello studio realizzato da Matteo Bruno, Hygor Piaget Monteiro Melo, Bruno Campanelli e Vittorio Loreto – ricercatori dei Sony computer science laboratories di Roma, in collaborazione con la Sapienza e il centro ricerche Enrico Fermi – i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Nature Cities” e ripresi qualche giorno fa dal Financial Times per incoronare Milano città più camminabile del mondo, perché un cittadino deve camminare solo sette minuti per raggiungere i servizi. I ricercatori hanno anche creato delle mappe interattive (consultabili al sito whatif.sonycsl.it/15mincity) dove i risultati vengono declinati sui parametri del diverso tipo di servizio che si cerca, dai negozi all’attività all’area aperta fino ai servizi sanitari.

Per quanto riguarda i capoluoghi veneti a fare meglio di Padova sono Verona (11 minuti di media) e Vicenza (12 minuti). Va peggio a Treviso con 15 minuti e soprattutto a Mestre dove di minuti in media se ne impiegano ben 29.

Lo scotto delle periferie

Per quanto riguarda la media generale Padova si difende bene in tutto il centro storico e nell’anello della prima periferia fuori le mura, così come nella aree più popolose come Arcella e Guizza.

C’è però (come si nota anche nell’infografica qui sopra) un anello di rosso in tutte le periferie più distanti dal centro, segno che è difficile raggiungere i servizi se non si abita abbastanza vicino al centro.

Probabilmente qualcosa cambierà con lo spostamento dell’ospedale a Padova Est e della questura in via Anelli, due importanti funzioni cittadine che saranno collocate fuori dalle mura. Così come la nuova biblioteca all’ex Coni e il centro civico all’ex Configliachi miglioreranno il risultato dell’Arcella.

Ma il lavoro da fare è ancora molto: «Stiamo agendo sul fronte dei trasporti così come su quello dei servizi, della socialità, dell’inclusione sociale e della partecipazione, sulla scia di quanto abbiamo già programmato con il Piano degli interventi – ha commentato l’assessore all’urbanistica Andrea Ragona – Portare i servizi vicini ai cittadini significa soprattutto mettere al centro le persone più deboli, da chi ha difficoltà a camminare a chi ha problemi economici e non può avere un’automobile».

La ricerca e le soluzioni

La ricerca dei Sony labotatories ha evidenziato come gran parte delle città italiane siano molto vicine al concetto di città dei 15 minuti, proposto nel 2016 dall’urbanista franco-colombiano Carlos Moreno.

«Come la maggior parte delle città europee, sono antiche e una volta erano disegnate per funzionare a piedi, perciò non potevano esistere zone troppo esclusivamente residenziali – ha spiegato nella presentazione dello studio il ricercatore Matteo Bruno – Le aree periferiche delle città italiane invece, soprattutto se costruite nella seconda metà del ‘900, sono spesso lontane dal concetto, perché sprovviste di servizi e prettamente residenziali».

L’alternativa, in termini di sostenibilità, al portare i servizi più vicini ai cittadini, è quella di dotare le città di un trasporto pubblico efficiente: «È quello che stiamo facendo con le due nuove linee di tram – conclude Ragona – Va notato che il Sir3 avvicina l’area dell’attuale ospedale e del Sant’Antonio, mentre il Sir2 è sull’asse che congiunge tribunale, fiera, nuova questura e nuovo ospedale».

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