Città dei 15 minuti, Padova tra i migliori centri in Italia: ma mancano i servizi nelle periferie
Il report Sony Laboratories di Roma evidenzia una mancanza di accessibilità in alcune aree urbane. Bene le zone semicentrali, l’Arcella e la Guizza. Ragona: «Lavoro da fare per l’inclusione sociale»

La maggior parte dei padovani abita in un’area in cui i servizi sono a portata di passeggiata, con una media di 13 minuti a piedi che scende a 5 minuti se si usa la bicicletta. Ma resta un grosso divario per alcuni rioni della periferia, dove la «città dei 15 minuti» è ancora tutta da costruire.
È quanto emerge dello studio realizzato da Matteo Bruno, Hygor Piaget Monteiro Melo, Bruno Campanelli e Vittorio Loreto – ricercatori dei Sony computer science laboratories di Roma, in collaborazione con la Sapienza e il centro ricerche Enrico Fermi – i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Nature Cities” e ripresi qualche giorno fa dal Financial Times per incoronare Milano città più camminabile del mondo, perché un cittadino deve camminare solo sette minuti per raggiungere i servizi. I ricercatori hanno anche creato delle mappe interattive (consultabili al sito whatif.sonycsl.it/15mincity) dove i risultati vengono declinati sui parametri del diverso tipo di servizio che si cerca, dai negozi all’attività all’area aperta fino ai servizi sanitari.
Per quanto riguarda i capoluoghi veneti a fare meglio di Padova sono Verona (11 minuti di media) e Vicenza (12 minuti). Va peggio a Treviso con 15 minuti e soprattutto a Mestre dove di minuti in media se ne impiegano ben 29.
Lo scotto delle periferie
Per quanto riguarda la media generale Padova si difende bene in tutto il centro storico e nell’anello della prima periferia fuori le mura, così come nella aree più popolose come Arcella e Guizza.

C’è però (come si nota anche nell’infografica qui sopra) un anello di rosso in tutte le periferie più distanti dal centro, segno che è difficile raggiungere i servizi se non si abita abbastanza vicino al centro.
Probabilmente qualcosa cambierà con lo spostamento dell’ospedale a Padova Est e della questura in via Anelli, due importanti funzioni cittadine che saranno collocate fuori dalle mura. Così come la nuova biblioteca all’ex Coni e il centro civico all’ex Configliachi miglioreranno il risultato dell’Arcella.
Ma il lavoro da fare è ancora molto: «Stiamo agendo sul fronte dei trasporti così come su quello dei servizi, della socialità, dell’inclusione sociale e della partecipazione, sulla scia di quanto abbiamo già programmato con il Piano degli interventi – ha commentato l’assessore all’urbanistica Andrea Ragona – Portare i servizi vicini ai cittadini significa soprattutto mettere al centro le persone più deboli, da chi ha difficoltà a camminare a chi ha problemi economici e non può avere un’automobile».
La ricerca e le soluzioni
La ricerca dei Sony labotatories ha evidenziato come gran parte delle città italiane siano molto vicine al concetto di città dei 15 minuti, proposto nel 2016 dall’urbanista franco-colombiano Carlos Moreno.
«Come la maggior parte delle città europee, sono antiche e una volta erano disegnate per funzionare a piedi, perciò non potevano esistere zone troppo esclusivamente residenziali – ha spiegato nella presentazione dello studio il ricercatore Matteo Bruno – Le aree periferiche delle città italiane invece, soprattutto se costruite nella seconda metà del ‘900, sono spesso lontane dal concetto, perché sprovviste di servizi e prettamente residenziali».
L’alternativa, in termini di sostenibilità, al portare i servizi più vicini ai cittadini, è quella di dotare le città di un trasporto pubblico efficiente: «È quello che stiamo facendo con le due nuove linee di tram – conclude Ragona – Va notato che il Sir3 avvicina l’area dell’attuale ospedale e del Sant’Antonio, mentre il Sir2 è sull’asse che congiunge tribunale, fiera, nuova questura e nuovo ospedale».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova