Città della Speranza, bilancio ok sì unanime al nuovo statuto

Via libera alle figure dell’amministratore delegato, del direttore scientifico e di un advisory board Il presidente Masello “stronca” Bellon: «Il danno procurato è superiore a tutto il bene fatto negli anni»

L’assemblea generale dei soci della Fondazione Città della Speranza si è riunita ieri all’Istituto di Ricerca Pediatrica approvando, all’unanimità, il bilancio 2016 e il nuovo statuto, tanto discusso nei mesi scorsi, che sarà ratificato dalla Regione. Tempo due mesi saranno introdotte tre nuove figure professionali: «Un amministratore delegato, un direttore scientifico e un advisory board con una Commissione scientifica formata da tutti gli operativi, esattamente come tutti i Centri di Ricerca di eccellenza», spiega il presidente Franco Masello. Riserbo totale sui nomi e i compensi: «Non ne abbiamo ancora discusso», spiega Masello, «di sicuro il direttore scientifico avrà un budget da un milione di euro».

Tuttavia la vicenda statuto non è del tutto sopita. Arriva il momento di votare il sostituto di Stefano Bellon (il fondatore e consigliere dimissionario che ha scatenato la polemica intorno al nuovo statuto) che è Clodovaldo Ruffato, 64 anni, di Santa Giustina in Colle, ex presidente del Consiglio regionale. Il nome di Bellon aleggia ma non viene mai pronunciato. Finché Masello, sollecitato dalle domande, picchia duro: «Il danno fatto da Stefano Bellon è superiore al bene pur realizzato in tutti questi anni. Oggi abbiamo scritto una pagina di democrazia scientifica e ci concentriamo solo sulla ricerca. Siamo molto grati alla Cariparo che ci è vicina e garantisce l’appoggio economico. Ma dobbiamo puntare anche sulle donazioni private: ad oggi Vicenza, da sola, raccoglie 1 milione e 800 mila euro, contro il milione scarso di Padova, meno di 300 mila euro di Venezia e Treviso e neanche 100 mila euro di Belluno e Rovigo. Introdurremo un libro d’oro dove ringraziare i nostri sostenitori, superando la logica veneta del “fai bene e tasi”».

Lo scorso anno sono entrati nelle casse della Fondazione 4.918.597,09 euro. «Confrontato con l’importo raccolto nel 2015, che ammonta a 5.277.630,15, si potrebbe pensare che la raccolta sia peggiorata», spiega Masello. «Non è così. L’unica differenza riguarda i lasciti testamentari, passati da 898.673,11 del 2015 a 54.926,75 del 2016. Per il resto, la raccolta è aumentata per tutte le voci legate alle iniziative di volontariato. In particolare sono aumentati i proventi legati al 5x1000, tali da aver fatto salire la Fondazione dal 22° al 20° posto a livello nazionale». Alcune voci: 2.501.333,99 euro dei fondi raccolti nel 2016 sono stati devoluti ad attività di ricerca e per il funzionamento della Torre della ricerca, in particolare 700.000 euro sono stati conferiti alla diagnostica avanzata e 324.290 ad altri progetti di ricerca. 84.919 euro, invece, sono stati spesi per completare il corpo di collegamento Torre, dov’è stata spostata la direzione dell’Istituto. Ciò permetterà di affittare (a 40 mila euro l’anno) il mezzo piano prima occupato dalla Direzione Irp.

Elvira Scigliano

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