Città metropolitana, Pdl e Lega contro Venezia: «Facciamo un referendum»

PADOVA. Marco Marin, Barbara Degani e Massimo Bitonci. E, assente giustificato, Roberto Marcato. È questo il nucleo del comitato referendario che questa mattina al Caffè Pedrocchi di Padova ha lanciato il referendum sulla città metropolitana. Il quesito è semplice: i cittadini padovani vogliono unirsi all'area veneziana? Se la risposta è negativa ci sono due altre possibilità: la città del Santo può rimanere capoluogo della provincia che si verrà a creare con Treviso o, ancora, spingere per una Pa.Tre.Ve, cioè l'unione di Padova, Treviso e Venezia.

Per ora il comitato referendario si concentra sul primo quesito, l'inclusione cioè nella città metropolitana di Venezia che il consiglio comunale ha richiesto con una mozione lo scorso lunedì. «Non basta il voto di una ventina di persone» spiega Marco Marin, «ci vuole una consultazione ampia». È quindi ufficialmente iniziata la raccolta delle 5mila firme necessarie per il referendum con l'obiettivo di posizionare i primi gazebo in una quindicina di giorni.

«Non è una questione di campanilismo - spiega Bitonci - Venezia è il capoluogo della nostra Regione ed è stata per secoli la capitale di una Repubblica avanzata sia dal punto di vista economico che dei diritti. Semplicemente è giusto che la città più sviluppata del Veneto, che, visti i dati sul Pil, è Padova, amministri da sola se stessa e la sua provincia». «Con Marin lavoreremo insieme - conclude Bitonci - Oggi abbiamo inaugurato un fronte trasversale, aperto a tutti, per la salvaguardia della democrazia. Padova diventerà un satellite di Venezia solo se lo vorranno i padovani».

Intanto fervono i preparativi per il lunedì di fuoco che aspetta i sindaci della provincia di Padova. La presidente della Provincia Barbara Degani li ha convocati alle 10 alla Stanga per un incontro con Mario Bertolissi. Il sindaco Flavio Zanonato ha invece fissato l'appuntamento per le 13. «Ma io non sono stata invitata» commenta la Degani.