Trova il bar chiuso e imbratta il plateatico: incastrato dalle telecamere
Un cliente scontento imbratta il parcheggio condominiale del Caffè Venezia 1967 a Cittadella con un messaggio provocatorio: “Bar sempre chiuso, vergogna”. Il titolare: «Pagherà profumatamente i danni»
Si arma di bomboletta spray e scrive sul selciato “Bar sempre chiuso, vergogna”. Un messaggio diretto al Caffé Venezia 1967, in Borgo Padova, a due passi dalle mura di Cittadella.
Una realtà storica, aperta appunto quasi 60 anni fa. Il problema è che l’avventore arrabbiato – in astinenza di un buon caffè o di qualche spritz? – viene pizzicato dalle telecamere della videosorveglianza. E su Facebook viene invitato a fare ammenda. Il fattaccio si è verificato nella notte fra mercoledì sera: un individuo ha imbrattato il parcheggio condominiale situato di fronte al Caffè Venezia, manifestando tutto il suo malessere.
La denuncia è partita dal titolare – Denis Ruffin – che ha pubblicato un post sui social, manifestando rabbia per l’accaduto e invitando il responsabile a farsi avanti per rimediare al danno prima di affrontare conseguenze più gravi. «Abbiamo abbastanza elementi per identificarti e oggi andremo a sporgere denuncia. Una per ogni residente.
Il racconto
Faresti meglio a passare, ammettere di aver fatto una cavolata e pulire», si legge nel messaggio, che termina con un avvertimento chiaro: «Poi non dire che non sei stato avvertito».
Ruffin racconta l’accaduto: «Mi sono accorto delle scritte ieri mattina alle 5.30, sono rimasto chiuso il 30 e il 31 dicembre, e poi il primo gennaio. Dopo tre giorni di riposo sono arrivato e ho trovato la scritta di fronte all’ingresso, è l’area in cui posiziono tavolini e sedie. Ho provato tanta rabbia, mi sono chiesto chi potesse aver fatto un gesto simile, e sono andato subito a visionare le telecamere del sistema di videosorveglianza».
L’occhio elettronico ha registrato una persona – pare fra i 40 e i 50 anni – che il primo gennaio, alle 23.20, con uno spray nero ha insozzato l’area. Se n’è andato alle 23.34, ci ha messo circa un quarto d’ora per realizzare la sua opera.
«Di solito chiudo alle 20, a quell’ora cosa voleva? Inoltre, i festivi il bar è sempre chiuso. Sospetti? Non mi sbilancio, forse un cliente decisamente troppo affezionato», chiosa il barista che non vuole certo lasciar correre: ieri pomeriggio, infatti, si è recato dai carabinieri della locale stazione per formalizzare la denuncia. In molti hanno espresso il proprio sdegno attraverso commenti carichi di amarezza e proposte di giustizia esemplare.
L’ironia dei social
«Spero solo che paghi profumatamente questo imbecille», ha scritto un utente, mentre un altro ha sottolineato la necessità di punizioni severe: «Ad ogni azione corrisponde una reazione. Finché non ci saranno controlli e punizioni severe applicate fino all’ultimo centesimo o secondo, avremo generazioni di incivili maleducati e irresponsabili».
C’è chi ha mostrato una vena ironica, riducendo l’episodio a un maldestro tentativo di espressione artistica: «Il Banksy di Cittadella». Altri più duri: «Solo toccando il portafoglio questi perditempo possono rendersi conto che i danni vanno pagati da chi li fa». L’appello finale: «Ammetti di aver sbagliato, pulisci e affronta le conseguenze».
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