Cittadella, Marchetti dice no al Chievo e resta

CITTADELLA. Stefano Marchetti non lascia il Cittadella, di cui continuerà ad essere il direttore generale o, per essere ancora più concreti, il deus ex machina.
Manca solo l’ufficialità della decisione, attesa per oggi, ma la giornata di ieri è stata decisiva per sciogliere i dubbi del 53enne braccio destro del presidente Andrea Gabrielli, tentato - e non è la prima volta che accade in una carriera di ben 17 anni costruita e vissuta nell’ambiente granata - dall’offerta del patron del ChievoVerona, Luca Campedelli, che lo vorrebbe come direttore sportivo del club gialloblù, in Serie A.
Il doppio incontro con Gabrielli. Nell’agenda di entrambi quella di giovedì 25 maggio era stata fissata come una data-chiave per capire se le strade del “direttore” e della famiglia Gabrielli si sarebbero divise o meno. Di buon mattino Marchetti e Andrea Gabrielli si sono incontrati.
Un colloquio non lungo, perché l’imprenditore era atteso dall’assemblea di Lega B a Milano, convocata inizialmente per le 13 e slittata poi di un’ora, dove non si è raggiunto il numero legale per indicare il successore di Andrea Abodi, con il risultato che si è accentuata la spaccatura fra grandi e piccole (contrarissime alla nomina di Claudio Lotito, numero uno della Lazio ma pure proprietario della Salernitana). Che cosa possano essersi detti non è poi così difficile da immaginare: Gabrielli avrà chiesto al d.g. di restare, perché, come ha detto più volte, «il Cittadella è imprescindibile da Marchetti».
È probabile che sul tavolo siano state messe delle cifre: relative al budget per la prossima stagione, agli obiettivi da raggiungere, all’organico da confermare a grandi linee con qualche ritocco (non più di 3-4 giocatori). Terminato il breve summit, i due hanno stabilito di rivedersi nel tardo pomeriggio, dopo il rientro del presidente dalla trasferta nella metropoli lombarda. E lì, nel secondo confronto, si sarebbe entrati nel vivo della questione: Marchetti resta o va via. Il d.g. sarebbe stato convinto, dalle proposte del suo interlocutore, a proseguire l’esperienza granata. Niente Serie A, dunque, e niente Chievo. Campedelli sarà informato nelle prossime ore della decisione presa, ma bisogna dire che il suo interesse per Marchetti è sempre stato solare, e che la fattibilità della trattativa era legata solo al “via libera” del Citta. In sostanza, lungi da lui l’idea di andare a mettere in difficoltà Gabrielli, che, perdendo Marchetti, si sarebbe trovato nella necessità di cercare un nuovo d.g., impossibile da reperire con le stesse caratteristiche del dirigente di Fontaniva. Quindi, senza... benedizione del club padovano, l’ingaggio non sarebbe andato in porto.
Il progetto. Bocche cucite, ovviamente, da parte di tutti gli interessati, ma se ripensiamo alle parole pronunciate dal “direttore” tempo fa in merito alle offerte ricevute si può ben capire perché alla fine rimarrà dov’è oggi. «L’interesse di Verona e Carpi c’è stato, fa piacere che si siano avvicinati a me, ma chi mi conosce sa quanto io sia legato al Cittadella», disse a novembre dello scorso anno. Precisando: «Quando trattai con il Carpi, avrei dovuto lasciare da sconfitto e non mi andava. Il Verona, invece, è stato l’estate scorsa: ma sono ancora qui. La Serie A? Sono convinto che magari prima o dopo, sempre tenendo i piedi per terra, si potrà provare a raggiungerla qui. E se non sarà così, Cittadella rimane sempre la mia Serie A». Un amore da non tradire, insomma, nonostante il tumulto di sentimenti attraverso cui il personaggio è passato in questi giorni. Il d.g. non ne ha mai fatto un problema di soldi, ma di prospettive. Al Citta è colui che decide, ed ha ampia e totale libertà di scelta da parte della proprietà. Ora, però, l’appetito cresce. E dopo il superlativo campionato di Serie B di quest’anno, l’idea di restare lì, in alto, e giocarsela alla pari con le altre, potrebbe aver frantumato le residue perplessità. Il Citta è davvero in grado di puntare alla Serie A, perché la sua credibilità è diventata un valore aggiunto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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