Addio a Francesco Pierobon, era papà del sindaco di Cittadella
Aveva 87 anni. Il ricordo del figlio Luca: «Un uomo forte, aggrappato alla vita». Grande tifoso del Cittadella. Le esequie martedì in Duomo
Si è spento all’età di 87 anni Francesco Pierobon, padre del sindaco di Cittadella, Luca Pierobon.
Un uomo che ha vissuto la vita con determinazione e sorriso, nonostante le difficoltà che la malattia gli aveva imposto fin dall’infanzia.
Aveva solo tre anni quando la poliomielite lo colpì, lasciandogli un segno indelebile nel corpo.
«Nel ’41 fu ricoverato a Firenze da solo, con i bombardamenti fuori. Era solo un bambino con la gamba rigida, non dev’essere stato facile», racconta il figlio Luca.
Eppure, Francesco – per tutti Giuseppe – non si è mai lasciato abbattere: «La malattia lo ha reso resistente, aggrappato alla vita. Ha sempre avuto una forza incredibile».
A dieci anni iniziò a lavorare come sarto per uomo, mestiere che svolse con passione e abilità fino a quando, a causa della sua condizione fisica, dovette reinventarsi come bidello all’istituto tecnico Meucci.
«Quel lavoro gli piaceva molto, l’ambiente della scuola lo stimolava. In queste ore mi stanno scrivendo ex studenti per dirmi quanto gli volessero bene».
Nonostante le difficoltà motorie, Pierobon ha sempre cercato di vivere appieno la sua vita. Negli ultimi anni, il bastone prima e la carrozzina poi non gli hanno impedito di uscire: «Anche se fuori c’era brutto tempo, lui voleva uscire, stare in mezzo alla gente. Non si è mai sentito un uomo da stare chiuso in casa».
Grande tifoso del Cittadella, fino alla scorsa stagione era un volto noto al Tombolato, dove seguiva con passione la sua squadra.
Ma la sua vera passione era la lirica: «Poteva stare ore a sentire la sua musica preferita, si commuoveva ancora davanti alle grandi arie». Accanto a lui, per 52 anni, la moglie Flora, il suo punto di riferimento. «Mia madre è stata fondamentale per lui. Lo ha sempre sostenuto, gli ha dato la possibilità di vivere una vita il più normale possibile, anche quando la malattia lo limitava».
Un uomo temprato dalla vita, ma dal cuore grande. Tanto da chiedere, al posto dei fiori, offerte per chi ha più bisogno: «Lui che ha vissuto l’invalidità sulla propria pelle sapeva cosa significa la sofferenza. Il suo pensiero è sempre andato a chi era in difficoltà».
Il funerale sarà celebrato martedì alle 11 nel Duomo a Cittadella, il rosario lunedì alle 19.30.
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