Trovato a terra con un trauma cranico, muore a distanza di tre mesi

L’episodio a Cittadella. Roberto Giaretta, 67 anni, era esanime in zona Riva dell’Ospedale. A ottobre l’appello della moglie: «Vi prego, qualcuno ha visto?». A vegliarlo c’era il cane Kyra

Silvia Bergamin
Roberto Giaretta in compagnia dell’husky Kira
Roberto Giaretta in compagnia dell’husky Kira

Si è spento dopo tre mesi di agonia, in un alone di mistero. La morte di Roberto Giaretta, avvenuta tre giorni fa, getta un’ombra ancora più tragica su una vicenda oscura e controversa. Da quel 13 settembre, il silenzio che circonda il dramma consumatosi sugli spalti di Riva dell’Ospedale, a Cittadella, non ha mai smesso di inquietare.

Quel giorno, intorno alle 18, Giaretta, 67 anni, fu ritrovato privo di sensi con un grave trauma cranico e una frattura al femore, accanto alla sua amatissima husky, Kyra. Nessun testimone, nessun segno evidente di cosa potesse aver causato le ferite che lo avrebbero portato alla morte dopo mesi di sofferenze.

 

Il luogo dove è stato trovato il 67enne privo di sensi
Il luogo dove è stato trovato il 67enne privo di sensi

Emanuela Girolimetto, la moglie, ha vissuto da allora sospesa tra speranza e incertezza.

Per settimane ha vegliato il marito, paralizzato e incapace di comunicare. Roberto – segnato da lesioni irreversibili e reso muto dalla tracheotomia – non è mai riuscito a raccontare cosa accadde durante la passeggiata lungo le mura cittadine.

La dinamica resta un enigma. Una caduta accidentale? Un urto con un passante o un veicolo? Un’aggressione? Nessuna ipotesi è esclusa, ma nessuna trova conferme, spiragli di luce. L’appello di Emanuela sui social a ottobre non ha portato risultati: «Vi prego, qualcuno ha visto? Mio marito era tra Porta Padova e Porta Treviso, privo di sensi, con il volto insanguinato. Come è successo tutto questo?» . Un grido rimasto senza riscontri. In città si sono rincorse voci e ipotesi.

Roberto non era un uomo qualunque: per anni, dietro il bancone di un negozio di alimentari di via Indipendenza, era stato un volto familiare. Negli ultimi tempi, lavorava part-time in un’azienda di Campodarsego. Conduceva una vita tranquilla, scandita da abitudini semplici come la passeggiata serale con Kyra. La presenza dell’amica a quattro zampe accanto al corpo del padrone ha aggiunto un tocco di malinconia, l’animale sembrava voler fare da scudo contro un pericolo invisibile. Un dettaglio commovente, ma inutile per chiarire cosa sia accaduto.

La morte del 67enne non fa che accrescere il senso di angoscia. Nei mesi trascorsi dall’incidente, nessuno ha fatto passi avanti per chiarire le circostanze. Nessun testimone e nessuna telecamera di sorveglianza hanno offerto indizi, fotogrammi, appigli.

La famiglia sperava che la notorietà di Roberto potesse attirare qualcuno con informazioni utili, ma il silenzio è rimasto l’unica risposta. Per Emanuela, la perdita del marito è una ferita che va oltre il dolore personale: è il vuoto di non sapere, di non poter trovare pace. «Anche un piccolo dettaglio può fare la differenza», aveva scritto ancora fiduciosa nel suo post. Ora, con la morte di Roberto, quell’appello assume un’urgenza tragica.

Il cittadellese lascia anche i figli Guido e Fabio. Il funerale sarà celebrato venerdì 20 dicembre, in duomo, alle 10.30.

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