Civè sta con Birolo che ora attende un nuovo verdetto

CORREZZOLA. In tanti credevano che l’odissea giudiziaria di Franco Birolo fosse definitivamante terminata giusto un anno fa, quando in appello era stato assolto dall’accusa di eccesso colposo di difesa. Per questo la notizia del ricorso in Cassazione della sorella di Igor Urso, il ventunenne moldavo rimasto ucciso mentre nel 2012 era stato sorpreso a rubare all’interno della tabaccheria di Civè, è stata accolta con stupore e incredulità. La donna, parte civile con la madre, pretenderebbe il maxi risarcimento da oltre 300 mila euro che Birolo era stato condannato a pagare in primo grado. Si riapre così una ferita anche per un’intera comunità che non ha mai mancato di far sentire, in forme e modi diversi, la propria solidarietà al tabaccaio e alla sua famiglia.
«È normale che per la maggior parte delle persone non siano chiari e comprensibili tutti i risvolti del sistema giudiziario» commenta Birolo da dietro il bancone del suo negozio che presto chiuderà, «in tanti in queste ore mi stanno chiedendo spiegazioni. Io stesso ho capito come funzionano le cose solo quando, mio malgrado, ho dovuto farci i conti». Per Birolo voltare pagina non è ancora possibile. «Mi hanno telefonato da tutta Italia “colleghi” che si trovano e si sono travati nella mia condizione. Anche per loro è stata un’amara sorpresa e per questo mi hanno fatto sentire la loro vicinanza». (al. ce.)
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