“Classici Contro” fa tappa al Teatro Sociale

Venerdì a Cittadella la seconda serata culturale del percorso nazionale incentrato sul tema della Giustizia

CITTADELLA. Riprende il cammino del progetto "Classici Contro" dell'Università Ca' Foscari Venezia. Il tema di quest'anno è Dike, la Giustizia, «con una parola greca che conosciamo bene, perché da sempre è al centro della nostra vita», spiegano gli organizzatori dell’iniziativa culturale di cui il mattino di Padova è media partner. Di città in città, i Classici Contro porteranno nei teatri, da Trieste a Palermo, da Torino a Lecce, da Milano a Reggio Calabria, tremila anni di pensieri, per domandarci che cos'è la giustizia. La seconda tappa di tutto il percorso nazionale sarà il 23 febbraio, alle 20.30, al Teatro Sociale di Cittadella. L'evento, aperto a tutti i cittadini, è realizzato in collaborazione tra l'Università Ca' Foscari Venezia, il Liceo Tito Lucrezio Caro, il Teatro Sociale e il Comune di Cittadella. Introduce Alberto Camerotto (Ca' Foscari), che con Filippomaria Pontani è l'ideatore del progetto. Presentano e coordinano Marta Ereno, Patrizia Povolo e Kelly Cerchiaro (Liceo Classico Tito Lucrezio Caro).

Ad aprire le discussioni sarà il filosofo Mauro Bonazzi, dell'Università Statale di Milano, autore di un recente volume tutto dedicato alle origini della giustizia, "Atene, la città inquieta". Questo il programma della serata dal titolo "La scoperta della giustizia": Bonazzi svilupperà il suo intervento sulle lezioni ateniesi, la giustizia, la forza, la resistenza. Francesca Romana Berno (Università La Sapienza di Roma) proporrà invece la Nemesi fuorilegge: «Nemesi è il braccio armato di Dike, è la dea del passato che distribuisce premi e castighi, e soprattutto che vendica i torti e i soprusi», dice la docente, «Una dea giusta, ma terribile, figlia della Notte e, a quanto pare, sciagura per i mortali. Roma, la patria del diritto, non poteva ammettere una giustizia non codificata, sommaria e in fondo primitiva come quella di Nemesi. Roma ha un tempio ma non un nome in latino, un segno di distanza e di diffidenza. La vendetta non può più stare nel regno della Iustitia e del Diritto, e dovrà cercarsi altri mondi. Come vedremo con qualche sorpresa poetica». Infine Cristina Pace, grecista dell'Università Tor Vergata di Roma, con «Eschilo a Rebibbia» parlerà della sua esperienza che fa capire la forza dei classici: «Leggere e parlare di tragedia greca con un gruppo di studenti detenuti nel reparto di Alta Sicurezza della casa circondariale di Rebibbia è stata un’occasione unica di conoscenza e di scoperta, sia di quel mondo parallelo che è il carcere, sia della straordinaria potenza che questi capolavori del mondo antico sono tuttora capaci di sprigionare». Ma quelli che sono i fondamenti della Giustizia saranno indagati sulla scena anche dalle azioni dei giovani studenti del Caro, che si alterneranno alle parole degli studiosi: tra le elegie di Solone, primo grande legislatore di Atene e l'Eneide di Virgilio.

Silvia Bergamin

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