Claudio patteggia: 4 anni e 12 case sequestrate
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ABANO TERME. Giornata nera per l’ex sindaco Luca Claudio: patteggia 4 anni, ammettendo quindi le proprie responsabilità dopo aver condotto una campagna elettorale, l’ultima, indossando la maglietta con la scritta “io sono innocente”, gli vengono sequestrati 11 appartamenti ai fini della confisca e il dodicesimo l’ha ceduto allo Stato per poter patteggiare.
Le accuse per Claudio erano di induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione, concussione e turbativa d’asta. La ciliegina su una torta decisamente indigesta è la sua incandidabilità (il giudice Tecla Cesaro si è appellata alla legge Severino) sia per fare il sindaco che il consigliere regionale che il deputato. Quindi addio alla carriera politica.
La sentenza sulla tangentopoli delle Terme è stata letta martedì sera alle 19 dopo sei ore di Camera di consiglio. Claudio per poter essere ammesso al patteggiamento ha ceduto allo Stato un appartamento in via San Daniele a Montegrotto (in mattinata pareva che andasse in porto quanto proposto dalla difesa, gli avvocati Ferdinando Bonon e Giovanni Caruso, ossia 5 appartamenti come dazio, ma alla fine ne bastava solo uno visto che andava “saldata” subito solo la mazzetta sui lavori stradali a Montegrotto). Ma poco cambia visto che gli altri 11 immobili sono stati sequestrati ai fini della coinfisca, come richiesto dal pm Federica Baccaglini che ha applicato le norme antimafia e anticorruzione: il tutto per riequilibrare le tangenti che la procura gli contesta di aver incassato negli anni, all’incirca mezzo milione di euro, il 15 per cento su molti appalti comunali. Appartamenti riconducibili a lui ma intestati alle società Rls e Soleluna.
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Sulla decisione di sequestrarli tutti ha pesato la disparità tra i redditi degli ultimi 10 anni di Claudio e dell’ex moglie Stefania Bisaglia e le loro proprietà. C’è poi la richiesta della difesa, avvallata dal pubblico ministero di concedere gli arresti domiciliari all’”imperatore delle Terme”: il gup deciderà oggi e sarà possibile una decisione positiva.
Questo però non lo porterà a trascorrere il Natale a casa, visto che è detenuto al Due Palazzi a causa di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, quella per la quale è stato processato oggi e, come detto, per la quale potrebbero arrivare i domiciliari e la seconda, relativa alla tangente di Giarre (promessa e mai incassata), che ovviamente è ancora in vigore.
Per Claudio e Bordin erano stati proposti pure dei risarcimenti ai comuni termali che però non sono stati accettati e verranno stabiliti in una separata causa civile. Determinante è stata la memoria presentata dal primo cittadino nel luglio scorso: «La società Rls fa capo a me e non ha mai svolto nulla di reale per giustificare le emissioni di fatture, ha solo incassato». Farsi pagare soldi a questa azienda, sulla carta amministrata da Massimo Trevisan, è un modo raffinato per farsi pagare le tengenti. L'ex sindaco quindi, conferma di aver incassato le mazzette. Nel 2012 il Comune di Abano affida a una ditta lombarda la ristrutturazione dei pannelli luminosi: lavori per 270.270 euro. Claudio ammette di aver incassato il 15% dell'importo che viene versato nella Rls e giustificato come consulenza. Ma qui Claudio ribalta la questione: «Non ho chiesto io i soldi e quindi non c'è stata concussione (dal 2012 riqualificata in induzione indebita, ndr), bensì mi sono stati offerti e consegnati e quindi è stata corruzione». E’ la prima ammissione, ne seguono altre.
Gli altri imputati. Il giudice dell’udienza preliminare ha rispettato in toto le proposte di patteggiamento per gli altri imputati e non solo. Hanno patteggiato, chiudendo i conti con la giustizia Massimo Trevisan, 1 anno e 11 mesi, L.P 1 anno e 8 mesi, Maurizio Spadot, 1 anno e 3 mesi, Guido Granuzzo, 1 anno e 10 mesi, Luciano Di Caro, 8 mesi, Michele Galesso, 1 anno e 8 mesi, Agostino Creuso, 8 mesi, Mauro Pedron, 5 mesi, Tiziano Fortuna, 1 anno e 10 mesi. Sono stati messi alla prova Paolo Tomasini, Denis Pagetta e Domenico Chiapperino, anche se formalmente la decisione sarà presa il prossimo 14 giugno dal giudice Mariella Fino. Finiscono a processo invece Marcello Biava, Giuseppe Biava, Saverio Guerrato, Luciano Guerrato, Patrizio Greggio, Ermanno Pegoraro. Il giudice ha sentenziato il non doversi procedere per Luca Scarpa ed Enrico Cesaro.
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