Clermont-Ferrand molla il Translohr e sceglie i bus

La seconda e la terza linea del capoluogo d’oltralpe saranno realizzate con  mezzi elettrici perché costano  molto meno rispetto alla rotaia
Claudio Malfitano

Clermont-Ferrand, città francese sul Massiccio centrale, 150 mila abitanti nel comune ma quasi 500 mila nell’area metropolitana. La linea di tram realizzata con il Translohr, anche perché è la “patria della Michelin” e dunque un tram con i pneumatici ha un significato simbolico. Insomma le analogie con Padova non sono poche. Ma le decisioni sono drasticamente diverse.

Per realizzare la seconda e la terza linea infatti il sindaco Olivier Bianchi ha cambiato decisamente rotta, optando per una serie di bus snodabili da 18 metri alimentati da una batteria elettrica. Quindi due linee Bhns (bus haut niveau de service) per la seconda linea da 11 chilometri e la terza da 17, per una spesa totale di 240 milioni di euro.

«A Padova invece vogliamo spendere 335 milioni di euro per un mezzo che è obsoleto e che non garantisce una vita neppure di 30 anni – sottolinea Liliana Gori, portavoce del comitato “No rotaie” di Voltabarozzo, che ha sempre guardato con favore a sistemi alternativi – Il Translohr è un sistema molto limitante e presenta diversi problemi: è rumoroso, si rompe spesso, esce dalla rotaia e ha degli enormi costi di manutenzione».

Fino a pochi mesi fa sembrava che Clermont-Ferrand fosse tra le più accanite città sostenitrici del sistema Translohr, che tra l’altro è proprio francese, tanto che proprio il primo cittadino Bianchi nel 2018 era volato a Padova e Mestre per rafforzare il “Club des utilisateurs du tram Translohr”, un’alleanza tra Comuni che permetteva maggiore potere contrattuale con l’azienda produttrice. Ma tra gennaio e febbraio del 2021 c’è stato il cambio di rotta, accompagnato da una imponente campagna di partecipazione dei cittadini.

«La scelta del Bhns – si legge nel documento di presentazione del progetto della città francese – permette con lo stesso investimento finanziario di costruire due linee da 27 chilometri piuttosto che una sola linea da 10». In più sono stati evidenziati «importanti difficoltà tecniche» legate al territorio del Massiccio centrale.

“Inspire, una nuova vita per la nostra mobilità” è il progetto lanciato dalla locale azienda dei trasporti per trasformare la propria rete entro il 2026. Un progetto che prevede il ridisegno completo della rete attorno alla linea di tram e alle due di bus elettrici, in modo che ogni luogo della città metropolitana sia raggiungibile in 30 minuti. I bus Bhns avranno una velocità commerciale di 20 chilometri orari e una frequenza di 6-8 minuti nelle ore di punta.

«È un fatto di cui anche Padova deve tenere conto – sottolinea Gori – Possiamo avere anche noi una rete superando questa vecchia tecnologia, un errore della giunta Destro. Passiamo oltre: abbandonare il Translohr non deve essere visto come una sconfitta, ma come un modo di allargare lo sguardo e progettare la città del prossimi 50 anni». —



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