Coge Mantovani, è buio pesto Fallimento sempre più vicino

Niente da fare. Ieri nella sezione fallimentare del tribunale di Padova si è aperta la camera di consiglio (chiusa alle parti) per la Coge Mantovani. È emerso che non sono stati pagati gli stipendi ai lavoratori e non c’è stato nemmeno un aumento di capitale. A meno di sorprese dell’ultima ora nei prossimi giorni - teoricamente anche oggi o domani - potrebbe essere dichiarato il fallimento dell’azienda di costruzioni.
fallimento vicino
L’istanza di fallimento era stata presentata dai dipendenti ancora rimasti in azienda, per lo più amministrativi, tutelati dall’avvocato Francesco Rossi (si sono affidati a lui in 30), con altri colleghi. Da dicembre non hanno più ricevuto gli stipendi compresa la tredicesima per un totale di circa 700 mila euro: solo parole, promesse e assicurazioni sull’imminente ricapitalizzazione della holding che controlla l’azienda (Coge srl) da parte di due nuovi soci Burki Group di Lahore e Naaved Construction di Karachi, titolari di una quota inferiore al 50%. La decisione è ora nelle mani del presidente della sezione fallimentare del tribunale di Padova Giovanni Amenduni. Dall’agosto del 2018, la newco Coge Mantovani spa ha rilevato, in affitto per sessanta mesi, il ramo d’azienda costituito dall’impresa di costruzioni Ing. E. Mantovani spa, la storica società del settore delle infrastrutture, impegnata nelle lavorazioni collegate al completamento del Mose.
crisi dal 2014
È una storia di una dissoluzione quella che si evince guardando al passato recente di Mantovani, fino al agosto 2018 società della famiglia Chiarotto. Una punta di diamante del made in Italy edilizio. Dal 2014 si manifesta la crisi, una crisi che ha visto il suo inizio proprio nel 2014, anno dello scandalo Mose e dell’allontanamento del manager Piergiorgio Baita, coinvolto in diversi procedimenti giudiziari. Mantovani fatturava oltre 400 milioni di euro con 300 addetti. Numeri che la ponevano ai vertici del settore nel panorama italiano. Poi il dimezzamento, anno dopo anno, del fatturato e le dichiarazioni di esuberi a tre cifre che hanno ridotto i dipendenti al numero di 116 fino all’agosto del 2018 quanto in soccorso di Mantovani è arrivata Coge. Ma già dall’inizio di quell’anno i rapporti con il Consorzio Venezia Nuova si facevano più tesi: in ballo circa 30 milioni di euro di pagamenti contestati e altri 100 circa di commesse, sfumate alla nuova Coge Mantovani. I lavoratori ormai hanno perso le speranze di vedere quanto gli spetta e confidano, se si arriverà al fallimento di avere il loro denaro. —
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