Colonna della Libertà Cannoni dei blindati con i fiori e le bandiere

SELVAZZANO. «Mettete dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo molecole malate ma note musicali che formino gli accordi di una ballata di pace», recitava così il ritornello di una vecchia canzone presentata al Festival di Sanremo del 1967 dal complesso "I Giganti". E ieri mattina nel centro di Selvazzano assediato dai mezzi e dai figuranti della Colonna della Libertà, sulle bocche da fuoco dei cannoni dei blindati i fiori c'erano davvero assieme a centinaia di bandiere tricolori e a tanta voglia di fare festa. La città si è lasciata invadere dal corteo storico che ha concluso, laddove era partito sabato mattina, il tour nelle province di Padova, Treviso e Venezia.
«Abbiamo cercato di rivivere, in piccola parte, le emozioni che hanno pervaso i cuori e le menti dei cittadini in giorni della seconda guerra mondiale», ha rimarcato il sindaco Enoch Soranzo nel suo discorso commemorativo. «Sono loro i padri fondatori della Repubblica: i volti che vediamo nelle foto ingiallite, i nomi nei monumenti dei Caduti, nei cimiteri di guerra e quelli nei campanelli di casa dei nostri anziani. Ad ognuno di questi volti e di questi nomi oggi va il nostro più sincero ringraziamento. Abbiamo alle porte un nuovo fronte: i nostri Comuni sono già stati chiamati a dare rifugio e ospitalità a chi scappa dai conflitti nella sfida epocale che si è aperta nel Mediterraneo. Ma anche la guerra sembra, purtroppo, essersi pericolosamente avvicinata con gli atti di terrorismo. Siamo davanti a una svolta storica e il ricordo dei Caduti ci deve guidare. Questi carri armati - ha concluso il sindaco indicando la Colonna della Libertà - sono stati usati per combattere, ma oggi sono diventati il simbolo della fine della guerra, quindi della pace».
Gianni Biasetto
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