Com’era la prima scuola per infermiere

All’interno di un magazzino dell’Azienda ospedaliera sono stati ritrovati i documenti e i registri storici appartenenti alla prima scuola professionale per infermiere di Padova. La scoperta è stata...

All’interno di un magazzino dell’Azienda ospedaliera sono stati ritrovati i documenti e i registri storici appartenenti alla prima scuola professionale per infermiere di Padova. La scoperta è stata fatta dalla dottoressa Mariacristina Zanardi, archivista, che recentemente ha curato la mostra “Auxiliatores. Infermieri e tecnici tra il malato e il medico”. Nella Palazzina servizi di via Giustiniani sono stati esposti al pubblico i verbali della Scuola Convitto, foto di repertorio, volumi storici, registri e regolamenti, diplomi, lettere e anche le divise dell’epoca. L’esposizione, che si è conclusa qualche settimana fa, diventerà presto un libro. Adriana Negrisolo, ex presidente della Federazione Ipasvi Padova, ed ex allieva del Convitto, nei prossimi mesi pubblicherà un volume sulla figura dell’infermiere. A Padova la prima scuola professionale per infermiere apre negli anni Trenta nell’attuale ospedale civile. «Sono andata alla ricerca dei documenti originali in un archivio dell’Azienda» racconta Zanardi, «tra i reperti più curiosi ci sono gli attestati di moralità e povertà che le aspiranti studentesse dovevano consegnare per essere ammesse alla Scuola. Interessanti anche le pagelle, dove si esamina la personalità dell’allieva e la sua propensione all’assistenza e agli studi, con note sulla sua intelligenza». Il Convitto, gestito da suore, era riservato alle donne ed era considerato una scuola esclusiva: basti pensare che ogni anno si diplomavano appena venti ragazze. Il ricordo rimane vivo nella mente di Adriana Negrisolo che dal ’66 ha frequentato il Convitto padovano. «Avevo vent’anni ed è stata un'esperienza di tipo militare» racconta, «la sveglia era sempre puntata alle sei, per uscire era necessario avere il permesso della direzione. Chi portava un filo di trucco per punizione perdeva ore di tirocinio. La mia stanza da letto si trovava al primo piano dell’attuale edificio dell’amministrazione. Fuori dalla finestra c’era una tettoia, utilizzata dalle mie compagne per scappare di nascosto. Io ero una ragazza tranquilla, ma avevo amiche che tornavano a mezzanotte e mi lanciavano i sassolini sulla finestra perché aprissi». Dal momento della sua istituzione nel 1932 fino alla chiusura della Scuola Convitto nel 1974, si sono alternate le direttrici Lucia Audenino, Giuseppina Rizzardi e Dina Girotto. Il primo regolamento del Convitto recita: «A turno e per la durata che alla direttrice sembrerà necessario le allieve faranno servizio di casa (...) alle 22 le luci delle stanze devono essere spente, a ogni allieva è affidata la cura e la buona manutenzione dei mobili e delle suppellettili delle stanze da letto, ed è quindi sempre la responsabile di ogni guasto e rottura. Il letto va rifatto a fondo almeno ogni due giorni, sempre in ogni modo deve essere in perfetto ordine e non mai dopo le ore 14». Nel 1974 la formazione professionale è passata sotto la gestione della Regione e negli anni Novanta è nato il diploma universitario, poi trasformato in corso di laurea.

Elisa Fais

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