Comete senza segreti, prolungata la missione Rosetta
PADOVA. Buone notizie per la missione Rosetta, che si allungherà di quasi un anno.
«Sarebbe dovuta terminare a dicembre» spiega Cesare Barbieri, professore emerito di Astronomia all’Università di Padova. «Ma l’indagine sta andando molto bene, tanto che l’Esa ha deciso di prolungare la permanenza attiva nello spazio tra l’orbita di Marte e quella di Giove sino a tutto il settembre 2016». La missione, partita undici anni fa, è nata con uno scopo ambizioso: studiare una cometa, per carpire alcuni tra i più oscuri misteri del nostro sistema solare. Secondo alcune teorie, infatti, sarebbero state proprio le comete, passando sporadicamente all’interno del Sistema Solare, a portare con sé ghiacci d’acqua, materiale organico o altri ingredienti chimici che possano aver facilitato la nascita e il divenire della vita sui pianeti. Di qui il nome Rosetta, dalla stele che svelò, attraverso la comparazione con il greco e il demotico, i misteri dei geroglifici egiziani.
L’Università di Padova ha dato un contributo fondamentale alla missione, realizzando la “Wac” (wide angle camera) del telescopio Osiris, completamente progettata e collaudata dal dipartimento di Astronomia e dal Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “G. Colombo”. Quello di Osiris è l’occhio che sta documentando, passo per passo, l’evolvere della missione, e che ha già regalato al mondo le più spettacolari foto di una cometa mai viste finora. Ma non solo: grazie a queste immagini, gli scienziati hanno potuto ricostruire la struttura interna del nucleo della cometa, che sembrerebbe confermare la tesi da cui è nata la missione. E pare proprio che gli scienziati abbiano visto giusto: la cometa ha origini antichissime (lontane almeno quattro miliardi e mezzo di anni fa) . Una scoperta epocale, ed una immensa soddisfazioni per gli studiosi padovani, che proprio in questi giorni festeggiano un’altra importante conquista: l’osservazione della Pulsar B0540-69 nella Grande Nube di Magellano. Si tratta di uno degli oggetti più affascinanti dell’Universo, reso visibile grazie a un doppio coinvolgimento padovano: da un lato le osservazioni nelle alte energie (raggi gamma) ottenute da satellite (Lat - Fermi) e dall’altro quelle nel visibile ottenute con il telescopio europeo Ntt (New Technology Telescope) situato a La Silla in Cile. L'annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa tenuta a Washington, ed è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista statunitense Science. Alla scoperta hanno collaborato, a vario titolo, molti studiosi padovani, tra cui Denis Bastieri (Dipartimento di Fisica e Astronomia e Infn), Giampiero Naletto (Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione), Luca Zampieri (Osservatorio Astronomico di Padova) e lo stesso Cesare Barbieri. (s.q.)
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