Comitato No194 al Santo: «L’aborto è una strage che avviene nel silenzio»
Il presidio in centro ha richiamato una trentina di manifestanti. Slogan e interventi pro-vita a due settimane dalla Giornata della Donna

«Nel comitato “No 194” c’è anche chi mi ha confessato di votare Pd, poi è vero ci sono molti cattolici. Ma restiamo un movimento apolitico». Premessa che fa Pietro Guerini , presidente del comitato No 194, prima del presidio in piazza del Santo questo pomeriggio per l’annuale comizio degli antiabortisti.
Nonostante la pioggia e il rinvio di una settimana per ordine della Questura a causa di una sovrapposizione con altre manifestazioni di piazza (quella di CasaPound e i contro-cortei antifascisti), sono una trentina i manifestanti che si trovano all’ombra del Gattamelata.

L’occasione puntualmente si contrappone ai cortei che invadono le strade ogni 8 marzo per la Giornata della Donna. Ci sono i fedelissimi del comitato di Guerini, qualche curioso e una rappresentanza di Forza Nuova tra cui il referente regionale Luca Leardini.
E poi alcuni membri del movimento Cattolici per la vita, che indossano un paio di cartelloni che richiamano alla «strage di feti». Così spiegano le immagini (non canoniche) prodotte con l’intelligenza artificiale che ritraggono un afflitto Gesù sotto una pioggia di feti che vola nello spazio profondo.

«Ci è dispiaciuto che la scorsa settimana sia stata rinviata la manifestazione», osserva l’avvocato Guerini, «perché la nostra era stata annunciata ben prima di quella di CasaPound». E sui legami con l’estrema destra chiarisce le proprie posizioni: «Siamo lontani dal movimento di Gianluca Iannone, quanto invece vicini a Forza Nuova che per l’estrazione cattolica e conservatrice si avvicina molto alle nostre posizioni».
Alle 15.30 inizia il comizio sotto una lieve pioggerellina. «Siamo qui per ribadire i dati raccolti dall’Istituto di sanità. Ogni tre giorni ci sono mille aborti: se per metà fossero femmine, significa che vengono uccise cinquecento donne ogni 72 ore», sostiene l’avvocato. «I femminicidi sono uno ogni tre giorni. Sono entrambe cose gravi, ma i numeri della strage di feti parlano chiaro».
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