Commosso addio a don Loris

ARRE. Don Loris aveva chiesto un commiato discreto e intimo, lontano dai riflettori, come è stata la sua vita nel ricordo e nello stile di papa Giovanni XXIII che ha servito per oltre sessant’anni, tenendo vivo il suo messaggio anche tra chi non l’ha conosciuto. Ma proprio l’affetto dei tanti che hanno frequentato e amato questo vescovo, uomo di fede e di dialogo, ha portato centinaia di persone a riempire all’inverosimile la chiesa parrocchiale di Sotto il Monte per l’ultimo saluto.
La stessa chiesa nella quale due anni fa il fedele segretario di papa Roncalli ricevette la berretta cardinalizia per volontà di Papa Francesco ieri ha accolto la bara di legno chiaro, senza ornamenti eccetto il vangelo aperto, fra due ali di folla silenziosa e commossa. Presente anche il patriarca di Venezia Francesco Moraglia accanto al celebrante, il vescovo di Bergamo Francesco Beschi, e al vescovo di Chieti Bruno Forte, che ha tracciato una toccante biografia di Capovilla. Di primo mattino don Loris era stato salutato, nella cappella privata di Papa Giovanni a Ca’ Maitino, dai familiari e dai parenti più stretti, compresi i nipoti arrivati dal Veneto.
«È stata una celebrazione raccolta, che mi ha ricordato i momenti trascorsi insieme in famiglia», racconta Sandra Capovilla, la nipote di Arre, «quando don Loris celebrava la messa insieme a noi. È stata un’emozione forte». Al termine il feretro del cardinale è stato accompagnato, sotto una pioggia battente, fino alla chiesa parrocchiale. Ad aprire la processione i vescovi, seguiti dai parenti. Tutto intorno una folla che ha voluto rendere omaggio a monsignor Loris Francesco Capovilla, nato a Pontelongo, prete a Venezia, quindi a fianco dell’allora Patriarca Roncalli per poi seguirlo fino in Vaticano, sempre legato alle sue origini, alla sua famiglia. Ed è stato proprio il nipote Gianfranco Vecchiato, veneziano, un passato da assessore comunale, a ricordarlo con una testimonianza personale: «Uno zio rimasto giovane, capace di stupire, che nonostante l’età non aveva paura del futuro e della modernità», ricordando gli anni difficili del fascismo e della guerra e la straordinaria stagione vissuta a fianco di Papa Giovanni.
«Monsignor Loris ci ha consegnato la grande esperienza della sua vita nel segno di un’aurora che rappresenta la speranza del mondo», ha detto il vescovo Beschi durante l’omelia. Presenti alla celebrazione, oltre 150 sacerdoti, il ministro Maurizio Martina, il prefetto di Bergamo e, tra i tanti deputati e senatori, anche Pierluigi Bersani. A guidare la delegazione di Pontelongo il sindaco Fiorella Canova con il parroco don Aldo Manfrin, due consiglieri comunali.
Al termine la salita, sempre sotto la pioggia, al piccolo cimitero di Fontanelle, dove don Loris ha chiesto di essere sepolto “sulla nuda terra” non lontano dalla tomba di padre David Maria Turoldo. «È un santo uomo», concludono i nipoti di Capovilla, «la storia dirà quale personaggio è stato, noi intanto ci sentiamo tutti un po’ orfani».
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