Comunità sorpresa nemmeno il sindaco sapeva dell’addio

TEOLO. Se nelle comunità monastiche di Praglia e di San Giorgio Maggiore a Venezia la notizia delle dimissioni dell’abate Norberto Villa era conosciuta fin dalla Candelora, all’esterno delle mura...

TEOLO. Se nelle comunità monastiche di Praglia e di San Giorgio Maggiore a Venezia la notizia delle dimissioni dell’abate Norberto Villa era conosciuta fin dalla Candelora, all’esterno delle mura della storica abbazia ai piedi degli Euganei la rinuncia del settantenne benedettino, originario di Lesmo (Milano), è stata colta di sorpresa.

Villa, neo settantenne, era stato eletto nel gennaio 2007 abate di Praglia e di San Giorgio Maggiore, dal capitolo dei promessi solenni abate di Praglia e di San Giorgio Maggiore. Nomina arrivata dopo tre anni d’incarico come priore amministratore delle due comunità. «Una scelta, quella di padre Norberto, che ci è giunta ieri dalla stampa come un fulmine a ciel sereno», afferma il sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo. «Con l’abate ci eravamo sentiti non molto tempo fa per alcuni problemi riguardanti il monastero. Non mi era sembrato in procinto di lasciare l’incarico. Mi aveva manifestato la richiesta di poter riattivare l’area cimiteriale, per i monaci, all’interno dell’abbazia. Una richiesta, quella di tornare alle sepolture dei religiosi sotto la scalinata della chiesa, che mi aveva detto essere stata caldeggiata dai monaci stessi. Come pure quella di spostare la parrocchia e il patronato all’esterno del complesso abbaziale».

Problemi che il primo cittadino di Teolo dovrà affrontare con il successore di padre Villa, che sarà nominato nel giro di tre mesi. «Il rapporto dell’amministrazione comunale con l’abate di Praglia è sempre stato buono ad eccezione dell’inizio del mio primo mandato (estate 2012), quando ci furono delle incomprensioni. Poi la diffidenza è passata e ho sempre trovato una persona rispettosa e disponibile. Soprattutto quando insieme abbiamo affrontato il problema della gestione del parcheggio per i mezzi dei turisti all’esterno dell’abbazia. Dispiace che abbia deciso di lasciare la guida della comunità. Mi auguro di avere la stessa intesa con chi lo sostituirà». Padre Norberto Villa è sempre stato visto dagli abitanti di Teolo, e non solo, come una persona di grande cultura e ligio al capitolo 7 della regola di San Benedetto, l’umiltà. Appassionato di poesia e di disegno, trascorre le ore libere dalla preghiera e dal lavoro, a leggere libri e a tenersi aggiornato anche sulle vicende politiche del Paese. «Durante gli anni del suo mandato ha reso il monastero vivo e dinamico», commenta Paolo Briani, titolare dell’enoteca “La Pratalea” e dei vigneti che confinano con il complesso abbaziale di Praglia. «Assieme al cellerario padre Mauro, ha portato una ventata di modernità all’interno della comunità monastica. Non a caso, negli ultimi anni, il numero dei monaci a Praglia è in continua crescita. Notevole impulso nell’ultimo decennio hanno avuto le attività tipiche dei benedettini, come la viticoltura e la produzione di erbe officinali per i liquori e i cosmetici. Padre Norberto, ad esempio, ha ridato vita all’apiario e oggi a Praglia si torna a produrre miele di ottima qualità. Lo stesso discorso vale per il vino grazie al rinnovo del vigneto». Le dimissioni del padre abate, comunicate ufficialmente sul sito internet dell’Abbazia di Praglia, padre Villa le aveva concordate con l’abate presidente che sovrintende alla comunità sublacense, in occasione dell’ultima visita effettuata a Praglia.

Gianni Biasetto



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