Con lo Scout Speed prestato da Solesino a Ospedaletto fanno 230 multe in 6 giorni

OSPEDALETTO EUGANEO. Scout Speed: tante sanzioni, ricorsi accolti e una contestazione decisamente originale che tira in ballo la Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo.
L’autovelox mobile, montato sui mezzi delle pattuglie dei vigili, così contestato a Solesino da finire “in soffitta” con l’avvento del nuovo sindaco Elvy Bentani, ha lasciato importanti strascichi anche a Ospedaletto Euganeo. Qui infatti lo Scout Speed è stato utilizzato per sei uscite nel 2017 e per qualche altra occasione anche nell’anno in corso, perlomeno fino a quando lo strumento è stato utilizzato dai vigili di Solesino ed è rimasta in vigore la convenzione che legava i comuni di Solesino e Ospedaletto Euganeo.
LE SANZIONI
Nel 2017, in particolare, il Comune di Ospedaletto ha fatto richiesta di utilizzare il velox mobile di Solesino in occasione dell’estate e della Fiera del Tresto. Sono state sei le uscite con lo Scout Speed, che hanno prodotto ben 230 verbali. Un numero non indifferente, se si pensa che in tutto l’anno il Comune di Ospedaletto ha staccato 447 verbali. Oltre la metà, in pratica, sono arrivati grazie allo Scout Speed. Quest’anno l’utilizzo è stato minore, anche viste le contestazioni e le polemiche legate allo strumento: su 323 verbali di polizia locale, 200 sono frutto dell’utilizzo dello Scout Speed.
I RICORSI IN PREFETTURA
I ricorsi alle multe da Scout Speed per il 2017 si contano sulle dita di una mano, ma due sono già stati accolti dalla Prefettura di Padova. Si tratta di due multe per un eccesso di velocità entro i 40 km orari. Multa illegittima? No, il ricorso non è stato accolto per merito ma per decorrenza dei termini. In base all’articolo 204 comma 1-bis, infatti, il Prefetto deve ascoltare i ricorrenti che ne hanno fatto richiesta, valutare la documentazione inviata dall’ente accertatore (il comune di Ospedaletto) ed emettere un’ordinanza che accolga o meno il ricorso. Ci sono 120 giorni di tempo, scaduti i quali – senza ordinanza prefettizia – il ricorso si considera accolto. La mole di lavoro degli uffici, dunque, ha rallentato a tal punto la pratica da far scadere i termini e annullare il verbale scaturito dallo Scout Speed.
ATTO DI RIGETTO ANOMALO Tra i ricorsi presentati (anche se il ricorrente lo chiama formalmente atto di rigetto) c’è anche quello di A. Z. , 52 anni nativo di Este e residente a Rovigo che, per contestare la multa da Scout Speed, si è rivolto all’associazione Veritas di Roma. Veritas si professa come «punto di incontro di tutti i diritti inalienabili dell’uomo e si esprime garantendo l’esercizio legittimo degli stessi ad ogni membro che voglia esercitare il diritto di libera coscienza». L’associazione spiega di voler rafforzare i principi e i valori di verità e pace attraverso l’esercizio del principio di obiezione, di coscienza e di libera coscienza, in linea con la «Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, della Costituzione Italiana, dalla Dichiarazione universale dei Diritti di Madre Terra, del Patto Roerich, del Trattato anti terrorismo ed anti riciclaggio, nel rispetto delle leggi vigenti». Il ricorso di A. Z. e Veritas contesta alcune violazioni dello Stato Italiano: dalla vendita di armi a Stati che hanno in vigore la pena di morte alla partecipazione a mascherate missioni di pace, passando per la vendita di tabacchi e alcol che provocano la morte di 125 mila morti all’anno. Spiega, poi, come certe leggi ostacolino «l’esercizio e l’adempimento del principio di equità e libera adesione contrattuale in libera coscienza», tanto da non potersi considerare leggi. Nel caso della multa, poi si invoca un diritto alla persona – chiaro nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue – secondo cui si deve essere sempre ascoltati «prima che venga adottato un provvedimento individuale pregiudizievole».
Non c’è stato contraddittorio? Non si può fare la multa. E ancora: per Veritas il comportamento di A. Z. non ha arrecato «perdita, danno o frodo a qualcuno» e dunque non può causare una sanzione. E poi: la somma richiesta ad A. Z. non risponderebbe a criteri di progressività che dovrebbero pretendere diverse sanzioni a seconda della capacità contributive del multato. Il principio, sostiene Veritas, si rifa direttamente alla Costituzione. Oltre a contestare la multa, A. Z. chiede un rimborso di 64 euro al Comune: 10 per costi di cancelleria, 44 per la consulenza richiesta e 10 per la spesa della raccomandata. ––
Nicola Cesaro
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