Cona, il procuratore Nordio: "Nessuna colpa per la morte di Sandrine". Trasferimento blindato di 100 migranti

CONA. La morte di Sandrine Bakayoko, la giovane migrante ivoriana deceduta per cause naturali in bagno all’interno del centro di accoglienza di Conetta, è avvenuta alle 9 del mattino di lunedì: ma il corpo esanime della ragazza è stato ritrovato solo tre ore dopo. Un dato emerso dall’autopsia sul corpo della ragazza, ma il procuratore di Venezia Carlo Nordio esclude responsabilità per ritardi o omissioni di soccorso, mentre conferma indagini in corso sulla notte di protesta seguita al decesso, quando un gruppo di migranti del sovraffollato centro di Cona (1400 persone), ha chiuso gli ingressi impedendo al personale di uscire e agli agenti di entrare: "Si valutano dal danneggiamento fino ad ipotesi di sequestro di persona".
VIDEO: il trasferimento di 100 migranti da Cpa di Cona, dopo le proteste seguite alla morte di Sandrine
LE DUE INGAGINI. Mentre la giornata di mercoledì è stata caratterizzata dalle blindatissime operazioni di trasferimento dal superaffollato Cpa di Cona ad altre strutture in Emilia Romagna di 100 dei 1400 migranti del centro di Cona, vertice in Procura mercoledì mattina tra la pm Lucia D'Alessandro (che coordina le indagini sulla morte di Sandrine Bakayoko) e gli investigatori dei carabinieri per valutare gli elementi sin qui raccolti, durante gli interrogatori dei testimini, anche alla luce dei risultati dell'autopsia, che ha chiarito come la giovane sia stata uccisa da un'embolia polmonare che non le ha lasciato scampo, ma anche come siano passate dalle due alle tre ore prima dell'intervento dei sanitari del Suem di Piove di Sacco, avvertiti troppo tardi.
Accertato che non c'è stato ritardo nei soccorsi, nessuna omissione. La Procura deve però ricostruire quando sia stato dato l'allarme. Il fatto che la giovane avesse legalmente abortito in settembre, lascia pennsare che tre mesi fa stesse bene, perché le erano state fatte tutte le visite del caso. Il fatto che negli ultimi giorni lamentasse malesseri e febbre, per la Procura non ha nessuna casualità con la morte improvvisa e asintomatica. Quando i soccorritori sono intervenuti, hanno praticato le manovre che si fanno in questi casi, facendo quindi il loro dovere. Le indagini sono alla fase finale, senza indagati.
Discorso a parte , l'indagine sui fatti seguiti alla morte della ragazza e sulla rivolta scoppiata all'interno del centro di accoglienza indaga la Polizia: le indagini della Digos sono concentrate su un centinaio di ospiti del centro.
Si profila la possibilità di reati variabili da sommossa, danneggiamento, violenza privata fino al sequestro di persona. Le valutazioni sono tecniche, non etiche né politiche.
Visto che Venezia è obiettivo sensibile, si sta verificando che non ci fossero infiltrazioni di tipo terroristico: questo, per prassi, non perché si pensa che in mezzo ci siano dei terroristi. Potrebbero esserci provvedimenti nei confronti di una quindicina di profughi, per lo più della Costa d'Avorio, che hanno scatenato la rivolta. Il problema, comunque, è che non ci sono rapporti tra lo stato italiano e la Costa d'Avorio, quindi anche le espulsioni potrebbero essere difficoltose.
VIDEO: CONETTA ALL'INTERNO
L'AUTOPSIA L’esame è stato eseguito martedì mattina in ospedale a Piove di Sacco dal dottor Silvano Zancaner su incarico della Procura lagunare. Il medico legale ha ipotizzato l’ora del decesso della giovane ivoriana basandosi sulla rigidità del corpo. Ulteriori elementi arriveranno nelle prossime settimane con gli esiti degli esami istologici sui tessuti prelevati. L’autopsia ha permesso di chiarire con certezza le cause del decesso. Sandrine è morta per tromboembolia polmonare massiva bilaterale. Tradotto dal linguaggio medico, la richiedente asilo è deceduta per cause naturali.
La patologia rientra nel novero delle morti improvvise e asintomatiche con decesso pressoché istantaneo. Una morte impossibile da evitare anche con l’intervento immediato dei medici. I primi risultati dell’autopsia arrivati sul tavolo della pm D’Alessandro, che sta seguendo il caso assieme al procuratore aggiunto Carlo Nordio, reggente della Procura veneziana, hanno permesso di sgomberare il campo dai timori sul fatto che il decesso fosse legato a una malattia infettiva (tra tutte la meningite). Nessuna emergenza sanitaria, dunque, e nemmeno ipotesi dolose dietro la tragedia.
VIDEO, un testimone: "Sandrine malata da mesi, qui non ci sono medicine"
GLI ORARI Resta il mistero sull’ora del decesso, un mistero reso ancora più fitto dai primi risultati dell’autopsia. Sin da subito i migranti avevano sostenuto che i soccorsi fossero stati chiamati in ritardo. La direzione generale dell’Asl Euganea ha precisato ieri che il decesso è stato constatato al pronto soccorso di Piove di Sacco alle 13.46, dopo che la chiamata al Suem era arrivata alle 12.48 e l’ambulanza era giunta a Conetta alle 13.09, trovando Sandrine in arresto cardiorespiratorio e iniziando come da protocollo la rianimazione.
ABORTO. Si è anche appurato che un mese fa Sandrine, rimasta incinta, aveva deciso di abortire spontaneamente.
LA RIVOLTA La morte di Sandrine è stata seguita da una rivolta scoppiata nella notte, capeggiata dalla componente francofona del campo, formata da uomini di varie nazionalità africane tra lunedì e martedì mattina, con 25 operatori della cooperativa che gestisce la base tenuti segregati in ufficio. La notte fra martedì e mercoledì è però trascorsa tranquilla.
TRASFERIMENTO Nella serata di martedì è stato raggiunto un accordo su indicazione del ministro Marco Minniti, 100 profughi trasferiti a Bologna. Due pullman sono arrivati a Conetta poco prima delle 10. La scelta delle persone è a carico della Prefettura di Venezia. Una volta arrivati a Bologna i profughi saranno assegnati ad altri centri dell' Emilia Romagna. Alle 11.30 fissata la partenza dei pullman.

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