Concorso pilotato a Firenze due medici padovani nei guai

Ci sono anche due medici padovani, Alessandro Della Puppa e Domenico D’Avella, al centro dell’indagine che ha investito in questi giorni l’Università di Firenze. A trascinarli entrambi nell’occhio del ciclone è stato un concorso per professore associato, bandito nel dicembre 2017 dall’ateneo fiorentino. I candidati erano nove ma, secondo le indagini della Guardia di Finanza coordinate dal pm Tommaso Coletta, il nome del vincitore era già noto: Alessandro Della Puppa, docente a contratto di neurochirurgia a Padova. Attualmente, Della Puppa è indagato per abuso d’ufficio insieme a tutti i componenti della commissione, fra cui c’era anche Domenico D’Avella, ordinario di Neurochirurgia all’università di Padova.
L’inchiesta ha fatto emergere come l’obiettivo dei docenti di Firenze non fosse solo quello di pilotare il singolo concorso, ma di manovrare una serie di movimenti tra vari atenei, in tutta Italia. «Un gioco di incastri», dice un professore nel corso di un dialogo intercettato dalla Finanza. Della Puppa, veneziano di nascita, è un brillante neurochirurgo, con un curriculum di tutto rispetto: ha un bagaglio di esperienze formative che vanno dagli Stati Uniti alla Finlandia, passando un po’ per tutta Europa. Vanta grande esperienza in chirurgia cranica e spinale e in campo oncologico. Non era, però, un professore universitario. E questo - così risulta dalle intercettazioni - aveva messo in difficoltà i commissari al momento della valutazione dei titoli.
Nei giorni scorsi, il professore ha risposto alle domande del gip Anna Liguori. Dei sei professori sottoposti ad interrogatorio di garanzia, finora è l’unico a non aver affidato la sua storia ad una memoria scritta. «Il professor Della Puppa», spiega il suo avvocato difensore, Francesco Maresca, «ha chiarito la propria posizione e dichiarato la sua completa estraneità ai fatti. Credeva nel programma regionale reso noto due anni prima, che prevedeva la fusione delle due unità di Neurochirurgia di Careggi. E, come tanti altri, è stato sollecitato a partecipare al bando. Era sicuro di avere titoli per potersi aggiudicare il concorso, cosa che poi è avvenuta». Per tutti gli indagati, il pm ha chiesto l’interdizione dall’attività didattica e assistenziale. Il gip deciderà nei prossimi giorni. —
Silvia Quaranta
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova