Condannato il re dei travestimenti

Sei anni e sei mesi a Fausto Lombardi, catturato dopo il mancato colpo al Credito Cooperativo di Saonara

SAONARA. Già detenuto per altra causa dal febbraio 2016 quando fu arrestato al Bingo in via Aspetti mentre giocava al videopoker, nella cella del carcere Due Palazzi gli sarà notificata un’altra sentenza di condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione oltre al pagamento di una multa di 2050 euro pronunciata ieri dal tribunale di Padova: l’imputato è Fausto Lombardi 72 anni originario di Padova ma residente a San Donà di Piave, un passato da “soldato” nella Mala del Brenta. Le accuse? Il concorso nella tentata rapina alla filiale di Villatora di Saonara del Credito Cooperativo di Sant’Elena; nella detenzione e nel porto abusivo di una pistola Beretta e ancora nell’ideazione dell’assalto con l’utilizzo di una pistola semiautomatica Astra risultata rubata; infine nella ricettazione di una targa. Un assalto sventato dalla Squadra mobile padovana che aveva atteso al varco i banditi, oltre a Lombardi, i complici già condannati Ercole Salvan, 56 anni originario di Santa Maria di Sala (9 anni e 4 mesi), vecchia “gloria” della Mala, alle spalle tanti anni di carcere per assalti ai furgoni portavalori “certificati” da un proiettile nel gluteo; Silvano Noventa, 62enne di Legnaro (7 anni e 6 mesi) anche lui sodale della banda Maniero, e il veneziano Manuel Dagonfo, 38nne di San Donà di Piave. A Lombardi gli investigatori erano arrivati grazie a un lavoro certosino: lui non partecipò al colpo per un improvviso dolore provocato da un’ernia, anche se il giorno precedente aveva eseguito un sopralluogo.

Quel 5 ottobre 2015, alle 8 e mezza di mattina, solo i tre complici si presentano nella piazza di Villatora di Saonara dove si affaccia la filiale. Sono armati di pistole, tutte con i colpi in canna, attrezzati con passamontagna, abiti di ricambio per evitare il riconoscimento e una targa rubata da applicare all’auto prevista per la fuga. Ma tutto va in fumo. Da settimane Dagonfo è pedinato dalla Squadra mobile che sta indagando sulla rapina in un’abitazione friulana. Il 15 settembre si era incontrato con Lombardi. Il 4 ottobre era stata intercettata una conversazione “in codice” tra i due che, più tardi, di nuovo si erano visti. L’indomani i poliziotti sono già in allerta quando vedono Dagonfo uscire di casa in auto alle 6: è diretto a San Donà di Piave e a Fossalta di Portogruaro per sopralluoghi su potenziali obiettivi. Alle 8 l’arrivo a Villatora dove la Mobile è pronta a chiudere il cerchio: nel piazzale a due passi dalla filiale del Credito Cooperativo Dagonfo, ignaro, si è appena cambiato ed è raggiunto in moto da Noventa e da Salvan, uscito dal carcere una decina di giorni prima. A quel punto il blitz: i tre sono immobilizzati, bloccati a terra e ammanettati. Manca all’appello Lombardi, ex punta del Torino negli anni’60 poi convertito alla criminalità con una specializzazione, il travestimento. Era stato lui a procurare abiti e parrucche per il colpo a Villatora. E sempre lui aveva organizzato le vie di fuga.

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