Configliachi, scintille sul bilancio

La Uil: «Manca l’aumento per i dipendenti». Donà: «Dovremmo aumentare le rette»
PD 04 novembre 2005 G.M. Pierluigi Donà Direttore del Configliachi (CARRAI) Pierluigi Donà Dir. Configliachi - Carrai
PD 04 novembre 2005 G.M. Pierluigi Donà Direttore del Configliachi (CARRAI) Pierluigi Donà Dir. Configliachi - Carrai

Si annuncia un bilancio di previsione in pareggio quello che il Cda dell’Istituto Configliachi presenterà nei prossimi giorni, ma c’è già chi mette le mani avanti. La Uil, in particolare, denuncia: «Non hanno previsto le risorse per coprire l’aumento salariale ottenuto con il rinnovo del contratto». E il sindacato promette battaglia, pur condividendo le non poche preoccupazioni e critiche che il direttore dell’istituto rivolge alla Regione Veneto. Ma andiamo con ordine.

«Il bilancio di previsione è di circa 19 milioni di euro» conferma il direttore Pierluigi Donà, «dopo che l’assestato 2017 si è chiuso con un rosso di 250 mila euro. Il grosso problema attiene sempre alle impegnative regionali che non vengono “coperte” perché la Regione avvalla un sistema che ci mette in concorrenza sleale con il privato». La misura di quanto questa concorrenza pesi sul bilancio del Configliachi si legge, aggiornata in tempo reale, sul sito istituzionale dell’ente: dalle 40 impegnative di residenzialità non occupate a dicembre 2015 per un valore di 61.999 euro, si è arrivati alle 70 dello scorso dicembre, con una “perdita” di oltre 2 milioni di euro. «Le impegnative sono i posti per cui la Regione stanzia una parte della retta» spiega Donà, «ma l’assurdo sta nel fatto che le Ipab, le case di riposo pubbliche per intenderci, non vengono privilegiate rispetto alle private. Avrebbe senso prima coprire tutti i posti nelle strutture pubbliche, che hanno costi di gestione altissimi, fissi e non contraibili. perché metterci in concorrenza con il privato che paga un’Irap dieci volte più bassa e che impiega personale delle cooperative? Case di riposo private stanno aprendo ovunque, l’impressione è che ci sia un disegno per scalzare il pubblico da questo settore. Ma con quali conseguenze?».

Sui rilievi del sindacato il direttore non svicola: «È vero che non abbiamo previsto nel previsionale i fondi per coprire gli aumenti determinati dal rinnovo del contratto. Prevederli, senza che vi siano trasferimenti statali, significherebbe dover aumentare le rette del 6-7 per cento, ovvero andare a pesare per oltre mille euro l’anno sulle famiglie. Possiamo farlo?». «Donà ha perfettamente ragione a sollevare il problema delle impegnative non assegnate» sottolinea Stefano Tognazzo della Fp Uil, «la Regione si era impegnata a risolvere questa situazione che rischia di mettere in ginocchio le Ipab favorendo i privati ma non ha fatto più nulla. Tuttavia questo non può esimerci dal pretendere che ai lavoratori sia riconosciuto quanto loro spetta, specie dopo un rinnovo contrattuale intervenuto a distanza di così tanti anni. Per altro» aggiunge Tognazzo, «non ci sono nemmeno i fondi produttività del 2017. Chiediamo una riunione urgente con i vertici del Configliachi perché siamo pronti alla mobilitazione».

Elena Livieri

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