Contestata la miss dalla pelle più scura

BORGORICCO. Chi l’avrebbe detto che, 17 anni dopo l’elezione di Denny Mendez come prima Miss Italia di colore, si sarebbe scatenato un polverone per l’incoronazione di una miss dalla pelle più scura? E invece l’unica novità fatta registrare dal 1996 a oggi è il teatro della bufera: il web. Sì perché Ahlam El Brinis, diciassettenne di Borgoricco nata a Padova da genitori marocchini, giovedì è stata eletta Miss Schio tra gli applausi e le congratulazioni dei presenti. Ma il giorno dopo, quando la notizia è stata pubblicata sul sito del “Giornale di Vicenza”, sono fioccati i commenti di protesta. «Non è di Schio, non è italiana». «Una che si chiama Paola o Maria no?» E via di questo passo.
La protesta. Una levata di scudi inaspettata, al grido di: «Cosa c’entra la ragazza con Schio?» Sulla rete è montata la protesta, che ha travolto la stessa Ahlam, costretta a commentare venerdì pomeriggio per sbaragliare il campo da un equivoco di fondo: «Io sono di nazionalità italiana, nata e cresciuta qui, ma ho origini marocchine. E comunque questa era una tappa regionale per Miss Blumare! Perciò potevamo partecipare da tutto il Veneto. Questa tappa prende il nome di Miss Schio solo perché si svolge a Schio». Eppure, nonostante alcuni messaggi di solidarietà all’indirizzo della ragazza, i commenti contrari alla sua elezione sono proseguiti, dando alla vicenda un’eco nazionale. Una storia che ha scombussolato l’estate spensierata di Ahlam, che ha appena concluso la terza al liceo linguistico di Camposampiero e si appresta il prossimo mese a tagliare il traguardo dei 18 anni. E di sicuro non si aspettava quest’improvvisa notorietà. O, meglio: «Speravo potesse arrivare in altro modo».
«Io non mollo». Messaggi, post su facebook e soprattutto tante chiamate dai giornalisti. Ahlam si è trovata sbattuta sulle pagine di tutti i siti d’informazione ma non ha perso la testa. Non si è negata e ha risposto con fermezza senza strumentalizzare la vicenda. «Sono dispiaciuta, ma sto provando a passarci sopra», spiega l’aspirante modella, 175 centimetri di bellezza mediterranea. «Un conto è chi si lamenta che non venga eletta una ragazza del luogo, magari il nome miss Schio poteva dare adito a qualche equivoco. Ma se posso passare sopra a questo, non tollero chi si intromette e giudica la mia vita privata. Uno ha scritto: “Adesso torna a casa e verrà picchiata dal padre perché ha partecipato al concorso”. No, questo non lo accetto». È la prima volta che Ahlam si trova vittima di episodi di discriminazione. «Ma, diciamo così, ero preparata. Finora non avevo mai subìto episodi di razzismo, ma so che mi sarebbero potuti capitare. Purtroppo in Veneto c’è ancora chi ha una mentalità chiusa e retrograda. È un problema politico, che spero venga sconfitto presto. Io sono nata qui, vivo da sempre a Borgoricco e mi sento italiana, veneta e padovana a tutti gli effetti». Questi episodi le hanno fatto venire voglia di abbandonare la nostra terra? «Assolutamente no. La grande maggioranza dei veneti non è così. E non ce l’ho nemmeno con Schio, mi hanno accolto benissimo e se dovessi avere l’opportunità tornerò anche l’anno prossimo. Il problema sono solo poche persone ignoranti che scrivono sul web».
Una vicenda che, in ogni caso, non ha spezzato i sogni della ragazza. «Mi piacerebbe diventare una modella, ma ancor di più fare l’organizzatrice di eventi. Mio padre è tornato in Marocco, vivo con mia madre che lavora nelle cucine della scuola materna a Borgoricco e si fa in quattro per mantenere me e mio fratello che ha 11 anni. È stata proprio mia madre a spingermi a provare la carriera nel mondo della moda un anno fa. Fare un book fotografico costa, così come spostarsi da una città all’altra in tutto il Veneto per partecipare ai concorsi. E non mollerò certo per questo». C’è chi, infine, l’ha definita anche la nuova Ruby, dicendo: «Se la vedesse Berlusconi la chiamerebbe subito». Si è offesa? «No», chiosa Ahlam. «Mi sono fatta una grande risata. Fare tv mi piacerebbe, ma, per carità, lasciatemi alla larga dal mondo di Ruby».
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