Coronavirus, la paura delle Terme Euganee: «Nuove restrizioni, temiamo un altro vuoto»

Consorzio e Federalberghi polemici sulla chiusura delle piscine termali: appello alle autorità regionali, ma il clima è teso

ABANO TERME. Un sabato pomeriggio-sera in subbuglio alle terme di Abano e Montegrotto. La nuova bozza di Dpcm che ha iniziato a girare nel pomeriggio di ieri ha messo in ansia gli albergatori, che con la chiusura, ipotizzata, di piscine e centri termali si vedono di fatto costretti a chiudere i battenti per la seconda volta in un anno.

«Misure senza uno schema, senza alcuna prevedibilità e possibilità di programmazione», ha da subito commentato il presidente del Consorzio Terme Colli Marketing Umberto Carraro.

«Era così complicato durante l’estate eleggere un indice come guida e parametrare gli interventi a quell’indice? Almeno noi imprese avremmo saputo cosa aspettarci, invece anche stavolta dovremo passare la nottata sudando per capire cosa sarà domani: potrò aprire le piscine? Le persone potranno spostarsi dalle regioni? O forse il blocco sarà addirittura comunale? Ecco, va bene l’epidemia, va bene la tutela della salute pubblica, ma questo, permettetemi è indecente. Vorrei andare in piazza come a Napoli, ma non per fermare il coprifuoco, per pretendere che le emergenze vengano gestite in modo umano, sostenibile giusto ed equo».

Secondo la bozza di Dpcm è fortemente sconsigliato, ma non vietato, almeno per il momento, lo spostamento al di fuori dal proprio comune di residenza. «In questo modo di fatto si uccide il turismo e si mettono nelle condizioni gli albergatori di chiudere i battenti», osserva Marco Gottardo, direttore di Federalberghi Terme Abano Montegrotto.

«Se poi si chiudono i centri termali e le piscine, è chiaro che l’albergatore di fatto non ha più alcun interesse a tenere aperto. Chi viene con i consigli a non spostarsi al di fuori dal proprio Comune se non per comprovata necessità? Che offerta si può dare ad un ipotetico cliente? C’è da augurarsi che stanotte (la notte appena passata, ndr) e domani (oggi, ndr) si possa limare la bozza e arrivare ad un risultato accettabile che consenta di preservare il turismo, nel nostro caso termale».

Da subito ieri il presidente del Consorzio Terme Colli Marketing, Carraro, si è mosso con le istituzioni regionali. «Ho scritto immediatamente al governatore del Veneto Luca Zaia e agli assessori al Turismo Federico Caner e allo Sviluppo Economico Roberto Marcato. Ho chiesto loro di fare qualcosa in sede di conferenza Stato-Regioni per alleggerire le misure per le terme. La prima risposta di Zaia è stata purtroppo poco rassicurante. Ha detto che sarà una battaglia durissima convincere il Governo a rivedere la bozza di Dpcm. Siamo di fronte ad una nuova chiusura, un nuovo incubo».

La prospettiva è di rivedere in molti hotel il vuoto e gli albergatori uno alla volta chiudere le strutture, almeno che non si accontentino di fornire le prestazioni sanitarie termali, come fanghi e inalazioni, che risultano invece consentite secondo la bozza di Dpcm. —

 

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