«Correttezza e lealtà, altrimenti chiudiamo Fiera delle parole»

Parla l’organizzatrice Bruna Coscia dopo le accuse della giunta. Voce per voce tutte le spese: «Solo 23 mila euro per gli ospiti»
Presentazione del nuovo libro di S. Muccino presso il liceo di Conselve. Autografi. Provincia. -
Presentazione del nuovo libro di S. Muccino presso il liceo di Conselve. Autografi. Provincia. -

PADOVA. «La Fiera delle parole è un momento di aggregazione e di incontro tra autori e lettori. Ha un senso se fatta in un ambiente dove c’è rispetto e armonia. Diversamente è inutile farla». Esce per la prima volta allo scoperto l’organizzatrice della manifestazione: Bruna Coscia, giornalista, anima dell’associazione “Cuore di carta”.

Naturalmente allergica alle polemiche, Coscia non ha potuto fare a meno di intervenire quando ha visto mettere in dubbio la sua onestà e la «correttezza, coerenza e chiarezza» con cui è organizzata la manifestazione. Non ha dunque nessun timore a chiarire come vengono spesi sia gli 82 mila euro che arrivano da Palazzo Moroni, sia il resto che arriva dagli sponsor. Anche per rispondere a chi dice che i costi sono lievitati negli ultimi anni: «La Fiera è cresciuta: dalle 20 mila presenze della prima edizione del 2011 siamo arrivati alle 70 mila dello scorso anno, con 180 eventi e 250 autori. Logico che i costi crescano con il crescere della manifestazione», sottolinea. Gli sponsor? «Sono sempre stati pochi e sempre dimostrati e quantificati. Tutto il piano economico è stato presentato in Comune e puntualmente rendicontato», precisa.

La voce che incide di più nel bilancio dell’evento è l’ospitalità delle centinaia di autori: 23 mila euro per le stanze e i pasti. «Soldi spesi negli alberghi e nei ristoranti della città – spiega Bruna Coscia – Tutto è realizzato a Padova e i fondi ritornano sul territorio». Poi ci sono poco più di 11 mila euro per i viaggi (nel 2015 sono arrivati autori anche dall’estero) e 16 mila euro di gettoni e cachet. «Ma si tratta di cifre irrisorie: molti autori vengono a Padova praticamente solo per amicizia», sottolinea l’organizzatrice. Tutta la parte di comunicazione costa 27 mila euro: pubblicità, affissioni e le migliaia di depliant con il programma degli incontri. Poi il service per le sale: amplificazione e luci per 19 mila euro. «L’ufficio stampa mi costa 3 mila euro, ma solo perché praticamente per metà lo faccio io», spiega Bruna Coscia. Infine le spese per l’organizzazione: 10 mila euro. «C’è la direzione artistica, la segreteria organizzativa, la gestione del sito web, i rimborsi spese per i volontari – sottolinea – Si tratta veramente di cifre irrisorie».

Un totale di poco più di 100 mila euro che, paragonato con altre manifestazioni simili, appare fortemente sottodimensionato. Una manifestazione simile, “Pordenonelegge”, nel 2014 è costata 868.612 euro, con un contributo di 297 mila euro dal Comune di Pordenone e altri 220 mila dalla locale Camera di commercio. Per non parlare di Mantova e del suo “Festivaletteratura” che costa oltre un milione e mezzo di euro.

«La giunta è liberissima di prendere le decisioni che crede. Ma a me piace lavorare con correttezza, coerenza e chiarezza. Altrimenti sono pronta a chiuderla qui», conclude Bruna Coscia .

 

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